Ripartire da capo, per non perdere la nostra migliore cultura

di Franco Bomprezzi*
Il gesto di Andrea Canevaro e Dario Ianes, di dimettersi dall'Osservatorio per l'Integrazione Scolastica del Ministero della Pubblica Istruzione, non può essere banalizzato come la reazione ideologica ad un cambio di governo. Si tratta invece del preciso segnale che è quanto mai necessario ripartire da capo, per difendere la nostra migliore cultura

Il ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini con le alunne di una scuola elementareHa scritto Andrea Canevaro, uno dei pedagogisti più importanti e noti per l’impegno in favore dell’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, in un testo ripreso anche da Superando.it [disponibile integralmente cliccando qui, N.d.R.]: «Non perdiamo la speranza. A chi deve guardare e a chi deve rispondere chi educa e si educa? A un ministro o a chi cresce? A chi cresce. E deve farlo guardando oltre, avanti, cioé non fermandosi a quello che ora vede, non solo al fatto che chi cresce è, ma aprendosi al domani, a ciò che sarà. È la dimensione “profetica” di don Lorenzo Milani, propria dell’educazione (educare/educarsi). Chi cresce non può essere solo “commentato”, magari sapientemente, per quello che è; deve ricevere indicazioni per quello che forse sarà… […] Quando arriva un po’ di sconosciuto (un soggetto non diagnosticato o con diagnosi non chiara; un soggetto particolare per i comportamenti o per la cultura di provenienza), chi educa dev’essere contento. È come quando in un villaggio sperduto arrivava un viaggiatore, uno straniero, che portava novità e notizie, anche difficili da capire. Benvenuto l’imprevisto!».

Bellissimo, no? Il fatto è che queste parole sono la spiegazione del senso che Andrea Canevaro annette alla propria decisione, assieme a Dario Ianes, di dimettersi dall’Osservatorio per l’Integrazione Scolastica del Ministero della Pubblica Istruzione.
«Questa nuova politica scolastica fatta di tagli, economie presunte, annunci e smentite, rigore, disciplina, ordine, divise, autorità, voto in condotta, bocciature, selezione – spiega Canevaro – produce in tutti ulteriore insicurezza, diffidenza e conflitti. Queste politiche scolastiche sono evidentemente gestite da finalità economicistiche, per risparmiare: ma questo avverrà sulle spalle delle famiglie, sulla pelle degli alunni e sulla credibilità della Scuola pubblica, come la vuole la nostra Costituzione» [la citazione è tratta dal testo disponibile cliccando qui, N.d.R.].

In un Paese che giustamente solidarizza con Roberto Saviano, mi aspetterei uno scatto d’orgoglio e di consapevolezza, perché il gesto di Canevaro e Ianes non può essere banalizzato come una reazione ideologica al cambio di governo: sono note, infatti, le sue criticità anche nei confronti di chi ha preceduto la Gelmini. È invece, la sua, la conferma che dobbiamo ripartire da capo, per non perdere la nostra migliore cultura. Pensiamoci.

*Testo già apparso nel settimanale «Vita» e qui ripreso per gentile concessione.

Suggeriamo anche la lettura, sempre in questo sito, dei testi intitolati Le dimissioni di Canevaro e Ianes dall’Osservatorio Ministeriale, disponibile cliccando qui e Benvenuto l’imprevisto!, disponibile cliccando qui.
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