Anche la FISH davanti alla sede della RAI

Nel giorno che ha coinciso con il 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, c'era anche il presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap, Pietro Barbieri, davanti alla sede della RAI di Viale Mazzini a Roma, per chiedere che l'emittente pubblica dia voce alle persone con disabilità e lo faccia nella migliore maniera possibile, come prevede lo stesso Contratto di Servizio 2007-2009 dell'azienda

Il presidente della FISH Pietro Barbieri, durante la manifestazione in Viale Mazzini a RomaCome avevamo riferito nei giorni scorsi (se ne legga al testo intitolato La RAI dia voce a chi non ce l’ha, disponibile cliccando qui), si è svolta il 10 dicembre – davanti ai cancelli della storica sede RAI di Viale Mazzini a Roma – l’iniziativa denominata Diamo voce ai diritti umani, organizzata dalla Tavola della Pace, in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, con l’obiettivo di sollecitare il servizio pubblico ad una maggiore attenzione ai temi dei diritti umani e delle loro violazioni, dando voce anche a chi generalmente non ce l’ha e assolvendo in pieno ad un ruolo proprio del servizio pubblico.

All’iniziativa ha aderito anche la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), per ricordare – come ha affermato il suo presidente Pietro Barbieri – che nel mondo esistono 600 milioni di persone con disabilità che vivono in condizioni di segregazione e di totale assenza del rispetto dei diritti fondamentali.
«Per questa ragione – ha affermato Barbieri durante il suo intervento davanti al Palazzo della RAI – le Nazioni Unite hanno di recente approvato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che parte da un presupposto fondamentale, e cioè che le persone con disabilità subiscono segregazione e carcerazione senza avere commesso alcun reato».
«Di tutto questo – ha concluso Barbieri – l’informazione non si occupa più, nonostante il fatto che nell’articolo 8 del Contratto di Servizio RAI 2007-2009 sia esplicitamente richiamata la Convenzione ONU e i diritti umani per le persone con disabilità. Per questo siamo anche noi qui oggi a partecipare a questa iniziativa, nella speranza che ci si renda conto del fatto che nel servizio pubblico è necessario parlare dei diritti delle persone e non dei “fenomeni da baraccone”, come spesso veniamo rappresentati nel servizio pubblico».

I partecipanti all'iniziativa di fronte alla sede della RAI, con una benda per immaginare cosa voglia dire essere senza dirittiDal canto suo, Flavio Lotti, coordinatore della Tavolo della Pace, dando l’avvio ad una serie di letture – dalla Dichiarazione Universale alla Costituzione, fino al citato Contratto di Servizio RAI – e agli interventi curati dai rappresentanti delle associazioni, ha dichiarato che promuovere i diritti umani equivale a dire innanzitutto essere capaci di sentire “il dolore del mondo”.
«Credo – ha affermato Lotti, invitando i partecipanti a bendarsi simbolicamente gli occhi con una fascia nera – che se parliamo di diritti umani, dobbiamo riuscire non solo a pensare, ma ad immaginare le sensazioni che prova una persona quando è al buio, quando è privata di tutti i fondamentali diritti, quando non ha nessuno a cui potersi rivolgere».

Oltre ai rappresentanti delle maggiori realtà dell’associazionismo e del Terzo Settore, hanno voluto unirsi, con le proprie testimonianze, anche noti giornalisti della RAI, come Andrea Vianello e Michele Mirabella, mentre a rappresentare l’ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici), vi erano Citto Maselli e Ugo Gregoretti.
Verso il termine dell’iniziativa – la cui partecipazione comunque importante è stata probabilmente pregiudicata dal cattivo tempo che sta colpendo Roma in questi giorni – una delegazione degli organizzatori è stata ricevuta dal presidente della RAI, Claudio Petruccioli, cui sono state presentate le proposte della campagna “Cara RAI”, e richiesto un impegno più continuo nell’affrontare queste tematiche.
(Giuliano Giovinazzo)

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