Come avevamo riferito nei giorni scorsi (se ne legga al testo intitolato La RAI dia voce a chi non ce l’ha, disponibile cliccando qui), si è svolta il 10 dicembre – davanti ai cancelli della storica sede RAI di Viale Mazzini a Roma – l’iniziativa denominata Diamo voce ai diritti umani, organizzata dalla Tavola della Pace, in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, con l’obiettivo di sollecitare il servizio pubblico ad una maggiore attenzione ai temi dei diritti umani e delle loro violazioni, dando voce anche a chi generalmente non ce l’ha e assolvendo in pieno ad un ruolo proprio del servizio pubblico.
All’iniziativa ha aderito anche la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), per ricordare – come ha affermato il suo presidente Pietro Barbieri – che nel mondo esistono 600 milioni di persone con disabilità che vivono in condizioni di segregazione e di totale assenza del rispetto dei diritti fondamentali.
«Per questa ragione – ha affermato Barbieri durante il suo intervento davanti al Palazzo della RAI – le Nazioni Unite hanno di recente approvato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che parte da un presupposto fondamentale, e cioè che le persone con disabilità subiscono segregazione e carcerazione senza avere commesso alcun reato».
«Di tutto questo – ha concluso Barbieri – l’informazione non si occupa più, nonostante il fatto che nell’articolo 8 del Contratto di Servizio RAI 2007-2009 sia esplicitamente richiamata la Convenzione ONU e i diritti umani per le persone con disabilità. Per questo siamo anche noi qui oggi a partecipare a questa iniziativa, nella speranza che ci si renda conto del fatto che nel servizio pubblico è necessario parlare dei diritti delle persone e non dei “fenomeni da baraccone”, come spesso veniamo rappresentati nel servizio pubblico».
Dal canto suo, Flavio Lotti, coordinatore della Tavolo della Pace, dando l’avvio ad una serie di letture – dalla Dichiarazione Universale alla Costituzione, fino al citato Contratto di Servizio RAI – e agli interventi curati dai rappresentanti delle associazioni, ha dichiarato che promuovere i diritti umani equivale a dire innanzitutto essere capaci di sentire “il dolore del mondo”.
«Credo – ha affermato Lotti, invitando i partecipanti a bendarsi simbolicamente gli occhi con una fascia nera – che se parliamo di diritti umani, dobbiamo riuscire non solo a pensare, ma ad immaginare le sensazioni che prova una persona quando è al buio, quando è privata di tutti i fondamentali diritti, quando non ha nessuno a cui potersi rivolgere».
Oltre ai rappresentanti delle maggiori realtà dell’associazionismo e del Terzo Settore, hanno voluto unirsi, con le proprie testimonianze, anche noti giornalisti della RAI, come Andrea Vianello e Michele Mirabella, mentre a rappresentare l’ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici), vi erano Citto Maselli e Ugo Gregoretti.
Verso il termine dell’iniziativa – la cui partecipazione comunque importante è stata probabilmente pregiudicata dal cattivo tempo che sta colpendo Roma in questi giorni – una delegazione degli organizzatori è stata ricevuta dal presidente della RAI, Claudio Petruccioli, cui sono state presentate le proposte della campagna “Cara RAI”, e richiesto un impegno più continuo nell’affrontare queste tematiche.
(Giuliano Giovinazzo)
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