È una vera e propria “stangata” – secondo quanto riferisce l’ADUC (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) – quella che rischia di abbattersi sulla sanità fiorentina e toscana in generale, dopo la recente Sentenza del TAR Regionale, emanata il 17 novembre scorso, secondo la quale, dal 2001 a oggi, il Comune di Firenze ha applicato un calcolo illegittimo alle rette per il ricovero degli anziani nelle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali). Un provvedimento, questo, che si inserisce a pieno titolo in quella che da molte parti – e anche nel nostro sito – è stata definita “campagna per pagare il giusto”, in riferimento alla contribuzione al costo dei servizi sociali e sociosanitari da parte delle persone con disabilità.
Secondo la citata Sentenza del TAR della Toscana, dunque – in risposta a un ricorso della stessa ADUC – non si devono prendere in considerazione i redditi dei parenti, ma quelli del solo assistito. La retroattività di quanto deciso comporterà al Comune di Firenze un risarcimento di circa 28 milioni di euro dal 2001 a oggi. «Non solo – dichiarano gli esponenti dell’ADUC – ma c’è anche da rivedere la proiezione per gli anni a venire. Infatti, mentre prima il Comune contava di spendere circa 1 milione e mezzo all’anno, facendo gravare il resto della spesa sui parenti delle persone ospitate dalle RSA, ora dovrà trovarne altri 4 per ogni anno a partire dal 2009».
Si tratta certamente di una Sentenza destinata a ripercuotersi su tutta la Regione e non solo, come già è successo per molte altre decisioni dei Tribunali Amministrativi Regionali. Significativo, ad esempio, che il testo citi come esempio la Sentenza 42/07 del TAR di Catania, più volte richiamata anche nel nostro sito (si legga ad esempio il testo intitolato Compartecipazione alle spese: una sentenza che fa scuola, disponibile cliccando qui). Sono molti, infatti, i Comuni della Toscana che, utilizzando il modello fiorentino, rischiano seriamente di dover rivedere i propri conti, con conseguente rimborso per il passato e aumento di spesa per il futuro. E si è in attesa anche dei responsi dal TAR dell’Emilia Romagna e da quello della Sardegna.
«Si spera – conclude l’ADUC, che nel proprio sito propone anche un facsimile di modulo da utilizzare per le richieste di rimborso – che a seguito di questa Sentenza non capiti più che un’invalida ricoverata in una RSA di Firenze, a fronte di un reddito di 8.765,25 euro abbia dovuto spendere in un anno 14.220 euro, solo perché il padre percepisce anch’egli una pensione». (S.B.)
Sulle questioni riguardanti la contribuzione al costo dei servizi sociali e sociosanitari, suggeriamo la lettura – sempre all’interno del nostro sito – dei seguenti testi:
– Servizi socio-assistenziali e costi per gli utenti, disponibile cliccando qui
– Compartecipazione alle spese: una sentenza che fa scuola, disponibile cliccando qui
– Compartecipazione alle spese e tutela dei diritti, disponibile cliccando qui
– Anche in Toscana conta solo il reddito dell’assistito, disponibile cliccando qui
– Anche per il TAR delle Marche conta solo il reddito dell’assistito, disponibile cliccando qui
– Il diritto di «pagare il giusto», disponibile cliccando qui
– «Pagare il giusto»: la Convenzione comincia a fare scuola, disponibile cliccando qui
– Provvedimento d’urgenza per poter «pagare il giusto», disponibile cliccando qui
– Anche secondo il Consiglio di Stato bisogna «pagare il giusto», disponibile cliccando qui
– La FISH chiede alle Regioni che si «paghi il giusto», disponibile cliccando qui
– No a questa «tassa sulla disabilità»!, disponibile cliccando qui
– «Pagare il giusto»: la campagna entra nel vivo, disponibile cliccando qui
– «Pagare il giusto»: quali costi per gli utenti della Valdera?, disponibile cliccando qui
– «Pagare il giusto»: il percorso continua, disponibile cliccando qui
– Quello della partecipazione alle spese è un argomento assai complesso, disponibile cliccando qui.
– Servizi alle persone dal costo equo e trasparente, disponibile cliccando qui.
– Il TAR di Brescia guarda alla Costituzione, disponibile cliccando qui.
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