La Circolare Ministeriale n. 100/08 dell’11 dicembre 2008, a proposito dell’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione”, richiama le indicazioni programmatiche assegnate dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) all’ANSAS (Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica, ex IRRE) per il 2009, con l’Atto di Indirizzo del 15 settembre 2008, protocollo n. 9690, concernenti il sostegno alla formazione degli studenti, del personale della scuola e alla qualità delle singole scuole.
Tale Atto richiama espressamente le dichiarazioni rese dal ministro Gelmini alla Camera il 10 giugno 2008 (su queste ultime si veda una specifica scheda prodotta a suo tempo da chi scrive, disponibile cliccando qui) in cui, tra l’altro, il Ministro sottolineava la necessità di attenzione agli alunni con disabilità integrati nelle sezioni e nelle classi comuni delle scuole di ogni ordine e grado.
Dal momento però che il citato Atto di Indirizzo non fa riferimenti espliciti agli alunni con disabilità, si ritiene necessario effettuarne una lettura proprio alla luce dell’audizione alla Camera.
In primo luogo va chiarito che l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” deve comprendere anche l’educazione di tutti gli alunni all’accoglienza e all’integrazione, non solo dei compagni stranieri, ma anche di quelli con disabilità. Ciò in forza dell’articolo 2 della Costituzione, che fa espresso riferimento al rispetto dei doveri di solidarietà fra tutti gli esseri umani, portatori dei corrispondenti diritti, oggi ulteriormente sottolineati dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, in fase di ratifica da parte del Parlamento Italiano.
Alla luce di quanto sopra, la lettura dell’Atto di Indirizzo del 15 settembre assume un interesse particolare. Infatti, laddove si prospetta come obiettivo del sistema di istruzione il potenziamento degli apprendimenti e delle competenze e della conseguente valutazione del merito degli alunni, questa espressione deve intendersi riferita anche agli alunni con disabilità, qualunque ne sia la tipologia e il grado di gravità.
Quando poi si prevede un potenziamento della formazione iniziale e in servizio dei dirigenti scolastici, nonché del personale docente e dei collaboratori scolastici, tali interventi formativi dovranno riguardare necessariamente anche gli aspetti concernenti l’integrazione scolastica.
E ancora, dove si parla di potenziare la qualità delle singole scuole, tale qualità dovrà riguardare necessariamente anche l’accoglienza degli alunni con disabilità, l’impostazione, la gestione e la verifica collegiale del loro progetto di integrazione scolastica ed extrascolastica, pena la violazione degli obiettivi di qualità che la Direttiva vuole sia realizzata in tutte le scuole.
Per quanto poi concerne la misurazione della qualità dell’integrazione scolastica da parte delle singole scuole, diventa sempre più urgente che il MIUR – d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni – individui indicatori idonei a misurare i livelli di tale qualità, anche sulla base dell’apposita ricerca realizzata qualche anno fa, per conto del Ministero, da parte dell’INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione) [a tale ricerca il nostro sito ha dedicato a suo tempo un’ampia analisi, disponibile cliccando qui, N.d.R.].
Da annotare, infine, che per la realizzazione di tutto quanto sopra è da tener presente che le singole Direzioni Generali del Ministero possono contare su appositi finanziamenti derivanti dalla Legge 104/92 e dalla Legge 69/00, confluiti nell’apposito fondo per il miglioramento dell’offerta formativa di cui alla Legge 440/97.
Osservazioni
Nel citato Atto di Indirizzo del 15 settembre scorso, mancano purtroppo i riferimenti espliciti all’integrazione degli alunni con disabilità, anche con riguardo alle singole Direzioni Generali che hanno indubbiamente competenze nei confronti di questi alunni, prima fra tutte quella per lo Studente, ma pure quella per gli Ordinamenti e quella del Personale.
Siccome queste Direzioni forniranno indicazioni agli Uffici Scolastici Regionali sulla realizzazione dei progetti formativi previsti dall’Atto suddetto, sarebbe opportuno che i genitori – possibilmente tramite le loro associazioni – stimolassero i dirigenti scolastici e gli Uffici Scolastici Provinciali a far rientrare nei progetti che saranno presentati anche gli aspetti concernenti l’integrazione scolastica, onde evitare che altri problemi attualmente ritenuti più urgenti possano far trascurare quelli, sempre presenti, concernenti la qualità dell’integrazione degli alunni con disabilità.
*Vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
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