«A Torino l’operazione Handicappati Park Time, un anno di controlli per scoprire finti disabili motorizzati, si è conclusa con il botto. Ieri, l’Assessorato alla Viabilità e ai Trasporti, diretto da Maria Grazia Sestero, insieme con il Comando dei Vigili Urbani, ha diffuso cifre che fanno riflettere. Dal gennaio al dicembre del 2008 il confronto incrociato fra dati anagrafici ed elenco dei permessi arancioni hanno portato (insieme con parecchi controlli a domicilio e pure appostamenti in borghese) al ritiro di ben 350 permessi: una buona parte appartenevano a persone decedute e i parenti si guardavano bene dal restituire il prezioso permesso all’Amministrazione».
Lo riferisce il quotidiano «La Stampa» dell’8 febbraio scorso, in un articolo a firma di Emanuela Minucci e al di là del nome dell’operazione (Handicappati Park Time), di gusto non proprio sopraffino, non possiamo che concordare con Giuseppe Borgogno, assessore comunale torinese al Personale, all’Organizzazione e alla Polizia Municipale, quando dichiara: «Gli abusi vanno puniti con fermezza proprio per tutelare chi davvero è portatore di un handicap e il resto dei cittadini».
Proprio questo, infatti, dev’essere l’esclusivo spirito di queste azioni, che hanno portato nel solo 2008 ad emettere nel capoluogo piemontese ben 7.812 multe per sosta irregolare negli spazi riservati alle persone con disabilità e che nel 2009 vedranno il permanere di un controllo sui permessi ancora più assiduo.
«Istituiremo – ha affermato a tal proposito il comandante dei Vigili Urbani Mauro Famigli – un servizio mirato in tutte le nostre sezioni, per controllare in ogni quartiere come vengano occupati gli stalli riservati ai disabili».
Ma non solo. Come infatti spiega l’assessore Sestero, «metteremo a punto altre restrizioni. Ad esempio se oggi il permesso si poteva far ruotare su cinque vetture, stiamo preparando una delibera per passare a tre».
«Inoltre – aggiunge l’assessore Borgogno – nel 2008 abbiamo sostituito ben 2.461 permessi con la nuova versione con ologramma a prova di falsario cui se ne aggiungeranno presto altri 1.070».
Avanti, dunque, per normalizzare una situazione che – come già detto – va solo a scapito di chi realmente necessità del contrassegno arancione. In attesa, poi, che su quest’ultimo si arrivi finalmente a legiferare nel senso della sua omologazione al contrassegno europeo, questione controversa ormai trattata da anni nel nostro sito (si legga ad esempio, tra i testi più recenti, Contrassegni e ZTL: due iniziative a Verona in favore della mobilità, disponibile cliccando qui). (S.B.)
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