Cooperazione sociale e inserimento lavorativo: la crisi del Lazio

Il difficile momento di numerosi lavoratori impegnati nella fornitura di servizi amministrativi per conto della Regione Lazio, delle ASL e delle Aziende Ospedaliere - molti dei quali persone con disabilità - viene denunciato dal Consorzio Sociale CO.IN., che oltre ai posti di lavoro, vede a rischio lo stesso patrimonio esperienziale della cooperazione sociale di inserimento lavorativo. Si apre dunque una "stagione" di trattative a livello aziendale e regionale

Particolare di persona in carrozzina manuale fotografata di spalleStanno vivendo un momento difficile gli oltre 1.400 lavoratori  del Consorzio Sociale CO.IN. (Cooperative Integrate) – gran parte dei quali persone con disabilità – impegnati per conto della Regione Lazio, delle ASL e delle Aziende Ospedaliere in ambito di fornitura di servizi amministrativi.
Lo denuncia lo stesso presidente di CO.IN., Maurizio Marotta, con una nota che ha trovato anche la solidarietà della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

«L’adozione del Decreto n. 11 del 2/2/2009 del Presidente Marrazzo [il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, N.d.R.], in quanto commissario  ad acta – sottolinea Marotta –  prevede l’internalizzazione del servizio RECUP [Servizio Unico di Prenotazione Telefonica, N.d.R.] mediante l’occupazione di risorse regionali e/o di società regionali, con solo residuale e parziale utilizzo dei lavoratori disabili attualmente in forza alla Cooperativa Capodarco, ideatrice e attuale gestore del servizio, in cui oggi sono impegnati invece oltre novecento lavoratori disabili e normodotati».

Sono poi altri i fatti che secondo il presidente di CO.IN. mettono a rischio l’occupazione di tanti lavoratori. Dalla «mancata approvazione da parte del Commissario della Delibera di prosecuzione del servizio 2009 dell’ASL ROMA C, nella quale sono impegnati oltre quattrocento lavoratori delle cooperative sociali Capodarco e Maggio ’82 e la mancata aggiudicazione della gara CUP», al «taglio del servizio CUP da parte dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini a partire dal prossimo 31 marzo, riguardante la sorte di quarantatré lavoratori della Cooperativa Capodarco».
E ancora, le manovre di rinvio «a tutt’oggi perpetrate dall’Amministrazione dell’ASL ROMA F per l’aggiudicazione della gara del CUP [Centro Unificato di Prenotazione, N.d.R.] – gara chiusa e vinta dalla Cooperativa Capodarco nel mese di novembre del 2008 – nella quale sono impegnati oltre cinquanta lavoratori di tale stessa Cooperativa».
E infine, «la riduzione delle postazioni pari circa al 20% del servizio CUP per l’Azienda Ospedaliera Policlinico Tor Vergata nella quale sono impegnati oltre sessanta lavoratori della Cooperativa Capodarco».

Si apre dunque una “stagione” di trattative a livello aziendale e regionale, per la tutela del lavoro delle persone toccate dai vari provvedimenti citati, oltre che per salvaguardare lo stesso patrimonio esperienziale della cooperazione sociale di inserimento lavorativo. (S.B.)

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