Unica rappresentante delle associazioni finora sentita dalla Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera, a proposito della Proposta di Legge n. 953 (Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti), presentata il 12 maggio dalla deputata Valentina Aprea, la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha innanzitutto fatto sapere, tramite le parole del suo vicepresidente Salvatore Nocera, di «non volersi limitare a dire di no», pur ribadendo di essere, come Federazione, su tutt’altre posizioni.
Non un rifiuto complessivo e a priori, dunque, ma una valutazione attenta e una serie di proposte alternative. «Nella Proposta di Legge – ha dichiarato infatti Nocera, nel corso dell’audizione di qualche giorno fa – sono previste quote capitarie [quote con cui un soggetto può ottenere una partecipazione, N.d.R.] che i singoli cittadini possono spendere, per la scuola, nella sfera pubblica o privata (come succede nel sanitario, ad esempio); ebbene, non siamo pregiudizialmente contrari, ma mettiamo dei paletti: riteniamo che la quota capitaria debba essere più alta per gli alunni con disabilità».
Rispetto poi all’intenzione di trasformare le scuole in fondazioni, «se è per avere fondi esterni – ha affermato ancora Nocera – questo è già possibile e perciò il passaggio è inutile. Lo si faccia, quindi, ma a una condizione: siano salvi i diritti delle persone con disabilità. In altre parole, non dovrà succedere che l’istituto possa rispondere “non accetto studenti disabili” oppure “sì, ma solo se ci sono posti”: oggi c’è la precedenza per l’immissione a scuola degli alunni disabili, e tale diritto va mantenuto».
Infine la formazione dei docenti. «La Proposta Aprea stabilisce che la formazione venga fatta per ogni singolo istituto. Noi invece – ha dichiarato Nocera – riteniamo che i corsi formativi siano coincidenti con i Distretti Socio-Sanitari di Base. Oggi non abbiamo continuità didattica, che invece è condizione necessaria per l’apprendimento. Se si realizza la continuità didattica, con un organico funzionale e quindi docenti assunti, allora la Proposta Aprea si può anche accettare». (S.B.)
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