Torniamo a parlare della Legge 80 del 9 marzo 2006 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 4, recante misure urgenti in materia di organizzazione e funzionamento della pubblica amministrazione), tramite la quale il Parlamento aveva previsto che i soggetti portatori di menomazioni o patologie stabilizzate o ingravescenti, con riconosciuta indennità di accompagnamento o di comunicazione, fossero esonerati da ogni visita medica finalizzata all’accertamento della permanenza della minorazione civile o dell’handicap (articolo 2, comma 3).
Lo avevamo fatto nei giorni scorsi (con il testo intitolato Si applichi quella legge che esonera dalle visite inutili, disponibile cliccando qui), segnalando anche che più di un anno dopo, il Decreto applicativo della norma (Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 2 agosto 2007) aveva fissato dodici voci relative a condizioni patologiche che determinano una grave compromissione dell’autonomia personale e gravi limitazioni delle attività e della partecipazione alla vita comunitaria.
Ne avevamo parlato – lo ricordiamo – a proposito della campagna lanciata in queste settimane dall’organizzazione Cittadinanzattiva, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni su questi problemi, per far sì, soprattutto, che venga rispettato e finalmente attuato quanto stabilito dalla suddetta Legge 80/06.
Interessante appare ora riprendere anche alcuni dati prodotti dalla stessa Cittadinanzattiva, all’interno di una buona indagine curata insieme all’ANIO (Associazione Nazionale Infezioni Osteoarticolari).
«Sono solo la Sardegna e il Veneto – vi si scrive tra l’altro – ad applicare la Legge 80/06. Infatti, su 21 tra Regioni e Province Autonome, con oltre 180 Uffici Invalidi delle ASL, solo il 45% di essi è a conoscenza della norma, il 10% la attua e appena il 15% ha le idee chiare sui contenuti e l’applicazione. Si può quindi dire che nel 90% dei casi i cittadini vengano richiamati a visita annuale, con insopportabili lungaggini burocratiche e con la sospensione di ogni forma di sostegno economico e sociale fino al completo espletamento delle pratiche, oltre che – naturalmente – con carichi di milioni di euro per le casse dello Stato».
«Quello che ci fa più specie – hanno commentato Teresa Petrangolini e Girolamo Calsabianca, rispettivamente segretario generale di Cittadinanzattiva e presidente dell’ANIO – è il dover constatare che esistono pezzi di Pubblica Amministrazione i quali, nonostante i richiami ufficiali, continuano a seguire logiche proprie, ignorando le leggi dello Stato, in una sorta di diffusa “impunità”. Oltretutto, in un periodo di crisi globale, ci irrita ancor di più vedere come da una parte si chieda ai cittadini di rinunciare a prestazioni fondamentali per ripianare i conti dello Stato e dall’altra si continuino a sprecare soldi proprio sulla pelle delle persone». (S.B.)
Si ringrazia per la segnalazione l’ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi) Sardegna.
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