Bornasco è un Comune lombardo nella parte settentrionale della Provincia di Pavia, alla destra del fiume Olona. Un dato Istat informa che la sua popolazione al 31 ottobre 2007 ammontava a 2.323 abitanti, dopo essere scesa, nel 1981, ad appena 826 anime. Una crescita costante, quindi, e un’informazione, questa, da tenere bene in mente.
Dunque, come leggiamo nella «Provincia Pavese» di qualche giorno fa, vi è un ispettore di polizia penitenziaria, Pietro Cossu, che ha ingaggiato una vera e propria battaglia personale contro le barriere architettoniche. Non è una persona con disabilità, ma ritiene che ogni cittadino dovrebbe occuparsi di tali questioni di civiltà e giudica molto negativamente l’insensibilità degli amministratori di fronte a tali problemi.
Ad esempio Cossu ha denunciato la situazione della banca, di fronte alla quale, già da un anno, la ringhiera di protezione è letteralmente “saltata”, a causa di una rapina, e quell’inferriata contorta sarebbe ancora lì, a terra, sul praticello in prossimità del marciapiede. Al suo posto quattro assi di legno mal combinate, che assai poco possono proteggere chi cammina con difficoltà e deve entrare in banca.
«Ma non è certo solo questo il problema – ha dichiarato l’ispettore alla “Provincia Pavese” – dal momento che dove c’è la banca c’è anche l’unico negozio di Bornasco e il bar. Tutto sopraelevato e per accedervi una rampa di dieci scalini. Come può fare chi ha problemi a camminare?».
«Un problema, quello delle barriere architettoniche, che riguarda un po’ tutta la nostra cittadina ed è davvero grosso per le persone con disabilità e per gli anziani, ma evidentemente non per chi dovrebbe intervenire».
Appunto, “chi dovrebbe intervenire”? Come si difende il sindaco Michele Degnoni da queste accuse? Rispetto alla zona di cui parla Cossu – quella della banca, del bar e dell’unico negozio di Bornasco – egli dichiara che «quella è tutta proprietà privata del condominio» e che «il Comune non c’entra proprio nulla e non può fare niente. Da vent’anni quelle costruzioni sono così, ma i soldi che non vogliono spendere quei privati, non può certo metterli il Comune».
Non vogliamo a questo punto entrare in una discussione probabilmente tutta locale, tra persone ben note fra di loro, come fa capire il sindaco, dichiarando ad esempio che «in quel condominio abita anche Cossu». Solo un rapido rilievo, però, pensando allo stesso sindaco quando sostiene che da «vent’anni quelle costruzioni sono così». Qui è il caso di ricordare che proprio vent’anni fa la Legge Nazionale 13/89 prescriveva che da allora in poi «i progetti relativi alla costruzione di nuovi edifici» fossero redatti secondo criteri di «accessibilità, adattabilità e visitabilità», con verifica da parte dell’Ufficio Tecnico del Comune, pena la mancata concessione edilizia. Ma sorvoliamo pure su questo “particolare” e ammettiamo che la costruzione risalga a più di vent’anni fa.
Ciò che però merita senz’altro di essere sottolineato è un ulteriore commento del sindaco – almeno secondo quanto riferito dalla «Provincia Pavese» – alla richiesta dell’ispettore Cossu di eliminare le barriere architettoniche diffuse in tutto il Comune. «Qui non serve – la dichiarazione di Degnoni – perché per fortuna di disabili a Bornasco non ce ne sono»…
Ma ne è proprio sicuro, Signor Sindaco? Nessun disabile e nemmeno una persona che “cammina male” in un Comune di 2.323 abitanti, con la popolazione in costante crescita, come scrivevamo all’inizio? Ci permettiamo di dubitarne e non poco. Nell’attesa, comunque, vorremmo davvero ricevere una Sua smentita – rispetto alle dichiarazioni riportate dal quotidiano – o magari anche una lettera da una persona con disabilità di Bornasco… (Stefano Borgato)
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