In occasione della presentazione a Roma della campagna nazionale della CGIL sulla contrattazione sociale – denominata Welfare contro la crisi, e oltre – anche l’Auser, la principale ONLUS italiana impegnata sul fronte della terza età, ha presentato idee e proposte concrete per contrastare la crisi e aiutare chi ha più bisogno. «Occorre individuare il bisogno silente che non emerge – dichiara il presidente nazionale dell’associazione Michele Mangano – che non riesce ad avere voce e che deve invece essere ricercato, individuato e risolto in termini di assistenza. Il disagio sociale è crescente e si riscontra in modo concreto dalle sollecitazioni che arrivano alle associazioni di volontariato. All’Auser, ad esempio, sono in aumento le chiamate al numero verde del Filo d’Argento e nelle sedi dei circoli crescono le richieste di informazione e di assistenza. Tutto ciò mentre rimane immutato il numero dei volontari».
A tal proposito va detto che l’anno scorso sono state ben 899.000 le prestazioni svolte da 38.000 volontari del Filo d’Argento e si prevede per quest’anno una crescita esponenziale.
«Ci assumiamo l’impegno, come associazione – continua Mangano – di rafforzare l’attività e i servizi verso le fasce più deboli della popolazione e le loro famiglie. In particolare rafforzando le attività di cura verso le persone anziane, soprattutto quelle che vivono da sole e in assoluta indigenza, verso le persone non autosufficienti, le loro famiglie e verso i poveri».
«C’è ancora un altro terreno – secondo il presidente dell’Auser – sul quale le associazioni di volontariato laiche possono lavorare di più ed è quello dell’integrazione al lavoro, promosso e svolto dalle altre associazioni di matrice cattolica che operano nei territori. L’integrazione si può realizzare promuovendo da parte nostra quelle associazioni di auto-aiuto delle famiglie in direzione delle pratiche della solidarietà, degli acquisti solidali, del banco alimentare, costruendo, a tal fine, una rete di solidarietà il più possibile efficace e tempestiva per coloro che manifestano un bisogno».
Per sostenere la realizzazione di obiettivi specifici sul territorio, Mangano ritiene che «si potrebbe lanciare l’idea di costruire, insieme ad altre associazioni, punti di incontro per consulenze, informazioni e orientamenti sulle attività di aiuto e sostegno presenti. Una specie di “segretariato sociale” collegato al bisogno delle persone. Un polo della solidarietà capace di dare informazioni, ma anche di attuare interventi integrati a favore delle persone e delle famiglie che subiscono le conseguenze della crisi economica e della crisi del lavoro, una “cittadella del volontariato e della cultura della solidarietà”, come l’hanno chiamata a Novara, dove stanno sperimentando queste forme di intervento integrato nel quale possono trovare rifugio e accoglienza tutti coloro che hanno bisogno».
«Si potrebbe proporre – conclude il presidente dell’Auser – di agire in modo sinergico, per dare maggiore efficacia alle pratiche di solidarietà e costruire una rete di relazioni tra associazioni diverse, per metterle in condizione di integrare competenze, esperienze e buone pratiche. Attraverso questa scelta è possibile rigenerare tessuto sociale, rafforzare il capitale sociale e il capitale umano, costruendo più ampie pratiche di solidarietà. Tutto questo, per altro, non si deve collocare mai in un’ottica di sostituzione delle politiche di intervento pubblico e di protezione sociale, ma come contributo della cittadinanza attiva ad un welfare rinnovato in cui le responsabilità pubbliche si aprono alla condivisione e alla partecipazione dei cittadini». (Giusy Colmo)
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