Scienza e sensi. Natura e tecnica. È il luogo degli opposti, il luogo dove si possono chiudere gli occhi e dominare gli odori. All’Orto Botanico dell’Università di Napoli è nato un “museo italiano tattile e olfattivo”, dedicato alle persone non vedenti e ipovedenti.
L’inaugurazione è avvenuta qualche settimana fa, alla presenza del direttore Paolo De Luca, del rettore dell’Università Federico II di Napoli Guido Trombetti, del presidente della Provincia Dino Di Palma e del cardinale Crescenzio Sepe.
Per realizzare il museo – all’interno dell’Orto Botanico – è stata allestita un’esposizione di oltre cinquanta specie, selezionate in base alla presenza di caratteristiche facilmente percepibili mediante l’uso del tatto o dell’olfatto.
«Si tratta – ha dichiarato per l’occasione la curatrice del progetto Rossella Muoio – di un’area di 250 metri quadri ben più grande di quella presente in altre città, tutta pensata per i non vedenti. Il cuore del museo è all’interno di un edificio denominato Chalet e dedicato all’esposizione di parti di piante, esplicative dell’anatomia dei vegetali superiori, e alle essenze tipiche di alcune specie per la presentazione delle quali sono stati realizzati due tipi di espositori in legno».
E infatti ci sono le teche e i pannelli. Nelle teche, attraverso un foro nella parte superiore, il visitatore del museo può infilare la mano e al tatto riconoscere le particolari caratteristiche delle piante, adoperando anche l’olfatto, nel caso in cui siano esposte parti odorose.
I pannelli, invece, sono dotati di quattro tappi in sughero posti in successione e impregnati di oli essenziali. Accanto ad ogni specie, un cartello con nome e spiegazione, scritto sia in braille, per i non vedenti, che in stampatello con carattere rialzato, per gli ipovedenti. Uscendo dallo Chalet, il percorso termina con un corrimano con le principali piante terrestri e le più importanti specie mediterranee.
Chi entra nel museo compie dunque un vero e proprio viaggio olfattivo, tattile e sensoriale, un’esperienza per tutti, ma anche un’occasione per dare la possibilità a chi non può usare la vista di percepire l’essenza delle piante sviluppando gli altri sensi.
«Questa iniziativa di carattere sociale e didattico – ha spiegato in occasione dell’inaugurazione il rettore Trombetti – mira a trasformare la struttura prettamente scientifica dell’Orto Botanico in luogo aperto ai giovani».
Da dire che per l’allestimento sono state scelte piante odorose, come la melissa (melissa officinalis) – che assomiglia all’ortica, ma profuma come il limone e dona la calma – l’amaro e aromatico millefoglio (achillea millefolium) e l’assenzio (artemisia absinthium), che non è solo il distillato tanto caro ai “poeti maledetti”, ma anche una pianta medicinale.
Il progetto è stato realizzato con la collaborazione dell’Istituto per Non Vedenti “Domenico Martuscelli” di Napoli, dell’UIC locale (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e della Lega del Filo d’Oro. «È un’iniziativa straordinaria, questa», ha sottolineato Pietro Piscitelli, presidente dell’UIC Regionale Campana. «Per noi, infatti, la mano è l´occhio ed è con grande gioia che abbiamo accolto l’attenzione da parte dell’Università e della città intera».
*Testo che riprende parte dei contenuti di un articolo a firma di Cristina Zagaria, pubblicato dal quotidiano «la Repubblica», con il titolo Un museo delle piante per i non vedenti.
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