Le persone con disabilità non possono restare nelle tendopoli

Dopo l'appello lanciato su queste colonne dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), varie strutture di accoglienza, case famiglia e anche dimore private sono state messe a disposizione - dal Veneto alla Calabria - delle persone con grave disabilità colpite dal terremoto in Abruzzo e sfollate dalle loro case. Sta dunque ora alla Protezione Civile coordinare tali disponibilità, per far sì che quelle persone possano rapidamente lasciare le tendopoli

Tendopoli presso l'AquilaNon possono rimanere nelle tendopoli i ragazzi con disabilità intellettiva e come loro nemmeno le persone con gravi e gravissime disabilità fisiche, per le quali la perdita di contatto con la propria abitazione provoca senz’altro difficoltà ancora maggiori di quelle che ricadono su tutti gli altri sfollati.
A qualche giorno dal terremoto che ha colpito l’Abruzzo, una delle emergenze che la Protezione Civile è chiamata ad affrontare è quella riguardante le persone con disabilità sfollate dalle proprie case e ospitate in via provvisoria nei campi allestiti nella zona: non si tratta solo (o semplicemente) dei numerosi anziani con mobilità ridotta costretti ad utilizzare una carrozzina per i loro movimenti, ma anche e soprattutto delle disabilità intellettive che colpiscono ad esempio le persone con autismo, fino a quelle con sindrome di Down.

Già subito dopo il sisma, la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) aveva lanciato un appello su queste colonne (disponibile cliccando qui), per trovare disponibilità di strutture di accoglienza in grado di ospitare in particolare disabili gravi e persone con disabilità intellettiva.
«Data l’urgenza e la gravissima situazione di emergenza causata dal terremoto in Abruzzo – aveva scritto il presidente della FISH Pietro Barbieri – chiediamo a tutte le associazioni aderenti alla nostra Federazione di indicarci l’eventuale disponibilità di strutture in grado di ospitare persone con disabilità al momento sfollate dalle proprie abitazioni o dai centri di ricovero colpiti dal sisma».
«Sarà nostra cura – concludeva Barbieri –  segnalare rapidamente tale disponibilità alla Protezione Civile, per provare a sostenere la popolazione dell’Abruzzo in questo drammatico momento».
Ebbene, le risposte sono state varie e numerose e dal Veneto alla Calabria strutture di accoglienza, case famiglia e dimore private sono state messe a disposizione di quanti, non solo in stato di bisogno ma anche con disabilità, hanno necessità di aiuto. Ora è dunque compito della Protezione Civile coordinare le richieste di aiuto con le disponibilità giunte da tutta Italia.

*Si ringrazia per la segnalazione il portale «SuperAbile».

Share the Post: