«L’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) condivide totalmente le proteste sollevate da più parti circa la destinazione del cinque per mille dell’IRPEF alle popolazioni dell’Abruzzo – proposta in modo forse troppo estemporaneo dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti – e fa proprio quanto già sostenuto dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) [se ne legga in questo sito cliccando qui, N.d.R.] e dal Forum del Terzo Settore».
Lo scrive in una nota ufficiale il presidente dell’AIPD Giuseppe Cutrera, sottolineando «la nostra forte solidarietà con le popolazioni dell’Abruzzo duramente colpite dal devastante sisma del 6 aprile, sentimento particolarmente avvertito poiché l’Associazione è presente nella città dell’Aquila con una delle sue quaranta Sezioni esistenti su tutto il territorio nazionale, Sezione che purtroppo è rimasta senza sede, lasciando le famiglie anche prive di un punto di riferimento specifico per i problemi particolari dei loro figli».
«Non si devono infatti dimenticare – continua Cutrera – le motivazioni che hanno spinto a suo tempo il Parlamento a varare la legge istitutiva del cinque per mille: sostenere la ricerca medico/scientifica, le associazioni di volontariato e quelle di promozione sociale che da sempre, nella cronica carenza di servizi pubblici, rappresentano l’ossatura primaria dello stato socio-assistenziale e di protezione civile del nostro Paese. A questo proposito si sottolinea che, nel caso particolare del terremoto in Abruzzo, se non ci fossero state le organizzazioni di volontariato che si sono messe a disposizione della Protezione Civile con le loro risorse umane, le competenze, le attrezzature e gli aiuti primari alla popolazione, le proporzioni della tragedia sarebbero state ancora più drammatiche».
«Privare dunque queste organizzazioni dei contributi destinati dai singoli cittadini, in assoluta libera scelta – conclude il presidente dell’AIPD – significherebbe mortificare e ridimensionare le loro attività con un gravissimo danno per tutti i cittadini e in particolare per le fasce più deboli della popolazione. Né appare sufficiente la proposta di aumentare il tetto della somma massima erogabile, dal momento che il cinque per mille si chiama ancora così, ma il suo reale apporto è in effetti molto inferiore all’intenzione dei donatori».
Anche la Fondazione Bambini e Autismo di Pordenone – con una lettera inviata alla nostra redazione – si attesta su posizioni analoghe a quelle espresse nei giorni scorsi dal presidente della FISH Pietro Barbieri, definendo letteralmente «una follia l’idea di devolvere il cinque per mille alle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo».
«Nella prima fase dei soccorsi ai terremotati – spiega infatti il direttore generale della Fondazione Davide Del Duca, riprendendo questioni evidenziate anche dall’AIPD – si sono distinte molte associazioni di volontariato che con slancio e sacrificio hanno portato il loro giusto aiuto a chi ne aveva più bisogno. Molte di queste associazioni di volontariato sono delle ONLUS (Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale) le quali traggono sostentamento da varie attività di fund raising e dal cinque per mille che ha permesso loro di comprare equipaggiamenti e di essere, cosa fondamentale quando si lavora in una situazione di quel tipo, autonome e autosufficienti. A fronte di questa prova di altruismo da parte del volontariato italiano, il ministro Tremonti lancia questa proposta di dare il cinque per mille alle persone colpite dal terremoto in dell’Abruzzo, rendendo così più remote le possibilità di devoluzione dello stesso alle associazioni da parte degli italiani. Insomma il Ministro innesca una sorta di “guerra tra poveri”».
Secondo Del Duca, per altro, una misura del genere non sarebbe nemmeno efficace, per altri due motivi fondamentali. «Il cinque per mille ha un tetto e anche se fosse interamente devoluto ai terremotati rappresenterebbe comunque “una goccia nel mare” (meno del costo della consultazione referendaria staccata dalle Elezioni Europee) [come accennato sopra dal presidente dell’AIPD, in questi giorni si è parlato anche di aumentare quel tetto, N.d.R.]. Inoltre il meccanismo di erogazione dello stesso cinque per mille è lento e quindi i frutti della sua destinazione si vedrebbero – se tutto andrà bene – solo tra uno o due anni».
«Vero è – conclude il direttore della Fondazione Bambini e Autismo – che denaro per la ricostruzione delle città e dei paesi dell’Abruzzo ne servirà molto e per lungo tempo e tuttavia credo che ben altre risorse debbano essere messe in campo. Un punto di vista, tra l’altro, condiviso anche dal governatore dell’Abruzzo Gianni Chiodi il quale ha dichiarato che destinando il cinque per mille ai terremotati, si toglierebbero risorse a organizzazioni che hanno così bene operato e per le quali esso costituisce una voce importante nei loro bilanci. Credo dunque che i media dovrebbero da una parte spronare gli italiani a donare, a essere solidali e allo stesso tempo far desistere il Ministro da questa decisione riferita al cinque per mille, che porterebbe grave danno al mondo del volontariato, cioè a quel Terzo Settore che sempre di più ha una funzione di “aiuto”alle istituzioni dello Stato laddove le stesse faticano ad arrivare».
Da segnalare infine anche la posizione assunta da Michele Mangano, presidente dell’Auser – la principale organizzazione italiana impegnata nell’ambito della terza età – che in un comunicato ha affermato di ritenere «poco meditate» le dichiarazioni di questi giorni del ministro Tremonti «sulla destinazione del cinque per mille alle popolazioni terremotate dell’Abruzzo e frutto probabilmente di una pressione emotiva che non lo ha fatto riflettere su alcuni aspetti della proposta. Né ci convincono le risposte che il Ministro ha dato alle osservazioni critiche mosse in questi giorni dal mondo del volontariato e dell’associazionismo».
«Lo strumento della sussidiarietà fiscale – ha sottolineato ancora Mangano – è nato, su proposta dello stesso Tremonti, per sostenere le associazioni di volontariato che proprio in questo momento sono in prima linea sul fronte degli aiuti; indebolire le associazioni significa colpire proprio chi si sta impegnando concretamente a favore delle popolazioni colpite dal sisma. Il cinque per mille, inoltre, rappresenta una scelta della persona che è libera di destinarlo agli enti accreditati: il Ministro non può disporre autonomamente di risorse che non ha».
«Vi sono enormi responsabilità governative e burocratiche – ha concluso il presidente dell’Auser – sull’erogazione di fondi già acquisiti, in arretrato di due anni. Quando arriverebbero dunque queste somme ai terremotati? Sarebbe certamente più utile impegnarsi maggiormente per la stabilizzazione dello strumento. Né ci è tuttora chiaro, infine, quale sia l’impegno economico complessivo messo in campo dal governo». (S.B.)
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