Il Ministro dell’Istruzione ha emanato il 15 aprile un decreto concernente la ripresa delle attività didattiche da parte degli studenti delle zone abruzzesi duramente colpite dal recente terremoto.
Con tale provvedimento si dànno disposizioni sulla possibilità di frequenza degli alunni nelle scuole ancora agibili e in quelle provvisoriamente attivate in altri ambienti e circa la validità dell’anno scolastico, indipendentemente dall’effettiva frequenza dei duecento giorni di lezioni.
In tal senso è interessante notare l’attenzione posta agli alunni con disabilità, come li definisce la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (purtroppo nel decreto si scrive ancora semplicemente “disabili”), cui è dedicato l’articolo 6 del testo, nel quale si legge: «Le Autorità Scolastiche riserveranno particolare attenzione alle condizioni degli alunni disabili, sia per quanto riguarda l’accoglienza degli stessi nelle strutture provvisorie che per quanto concerne l’assegnazione dei docenti di sostegno».
Certo, non si tratta di norme puntuali, ma piuttosto di direttive generali, che non possono e debbono essere interpretate come attenzione pietistica, ma come maggior cura dei diritti di chi, specie in questi momenti, è ancora più debole.
E tuttavia, dopo un silenzio durato un anno da parte del Ministro sui nostri problemi – interrotto solo il 7 aprile dalla prima riunione dell’Osservatorio Ministeriale sull’Integrazione Scolastica degli Alunni con Disabilità [se ne legga cliccando qui, N.d.R.] – questo accenno esplicito sembra indicare un cambiamento di atteggiamento e una maggiore attenzione.
Vogliamo pensare a questo punto che l’attenzione del Ministro verso i diritti dei nostri studenti – giusta in questo momento tragico di emergenza – debba continuare anche nella normalità, per i diritti di tutti gli alunni con disabilità italiani e migranti.
*Vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
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