Si è svolto a Marsiglia, in Francia, dal 23 al 25 aprile scorsi, il IV Congresso Internazionale dell’Associazione Mediterraneo senza Handicap (MSH) dell’Opera Don Guanella. All’evento – nato sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana e di quella Francese – erano presenti tra gli altri anche il console generale d’Italia a Marsiglia Bernardino Mancini e Urbano Stenta, direttore generale della Cooperazione per lo Sviluppo, presso il Ministero degli Esteri italiano, oltre a tanti altri esponenti istituzionali francesi nazionali, della Regione del Rodano e del Dipartimento di Marsiglia.
Erano esattamente venticinque i Paesi dell’area mediterranea rappresentati, riuniti per affrontare il delicato tema della Dignità e cittadinanza reale della persona con disabilità. A introdurre i lavori è stata suor Michela Carrozzino dell’Opera Femminile Don Guanella, presidente di Mediterraneo senza Handicap, che ha spiegato come questa iniziativa parta dalla fondamentale esigenza di mettere in rete Paesi e realtà diverse attorno al tema della solidarietà, della giustizia e del rispetto della dignità della persona con disabilità.
Come spiegato poi dal presidente di Marsiglia Città Metropolitana, Eugene Caselli, «Marsiglia è una città che per cultura e per storia è aperta a ogni diversità». Successivamente Urbano Stenta ha auspicato che l’Associazione Mediterraneo senza Handicap si possa trasformare in Gruppo Intergovernativo. Egli ha ribadito altresì la necessità di promuovere politiche di raccordo e di cooperazione tra i diversi Paesi dell’area mediterranea anche sui temi della solidarietà e della promozione dei diritti delle persone con disabilità.
La relazione iniziale della spagnola Elena Maria Postigo Solana ha quindi introdotto i presenti al tema centrale dei lavori del congresso, il rispetto della dignità umana di ogni persona, a prescindere da ogni e qualsiasi altra condizione. Dal canto suo, Matilde Leonardi dell’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, responsabile scientifico del congresso, ha presieduto la prima sessione, ponendo in luce, nel proprio intervento, la necessità di impostare il discorso sulla dignità della persona con disabilità, a partire dalla presa di coscienza che la questione antropologica va posta a fondamento dell’azione. «Chiedersi il perché dell’azione di cura verso la persona con disabilità – ha sottolineato Leonardi – specialmente quando grave, richiede risposte che non possono essere solo tecniche, ma anche di senso».
Il direttore del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Roma, Adriano Pessina, si è soffermato poi sulla necessità di considerare la persona con disabilità al di là di ogni categoria sociale. «Per costruire una cittadinanza reale della persona con disabilità – ha dichiarato – bisogna superare le definizioni astratte di uomo e umanità e prendere in seria considerazione l’uomo concreto, con i suoi bisogni e le dimensioni dell’umano che lo caratterizzano».
Le giornate di Marsiglia hanno ruotato intorno a tre macroaree: la cittadinanza difficile, la coscienza vulnerabile e il percorso dalla frantumazione dell’indifferenza alla partecipazione. E a tal proposito, la prima forma di cittadinanza e di partecipazione è stata già esercitata durante il congresso, che è riuscito di fatto per la prima volta a unificare tra loro esperienze molto diverse, sia dal punto di vista culturale, che sociale e religioso. Vi sono intervenuti infatti rappresentanti di Paesi nei quali la situazione delle persone con disabilità è molto difficile e il processo di integrazione e inclusione sociale e di riconoscimento dei diritti di dignità è ancora in fase di realizzazione.
E in ogni caso tra i diversi temi trattati è emerso tra tutti come la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità sia estremamente rilevante e possa essere utile per lo sviluppo e il monitoraggio delle politiche di tutti i Paesi, ciò che è stato sottolineato da molti rappresentanti sia delle organizzazioni non governative che dei Governi.
Da segnalare infine che pur essendo presente a Marsiglia Camara Tambo, presidente della Federazione Panafricana delle Persone con Disabilità, la Francia ha tuttavia negato il visto ad alcuni altri rappresentanti africani di associazioni di persone con disabilità provenienti dal Togo, dal Camerun e dal Benin. Il fatto è stato stigmatizzato da Pierre Orsatelli, presidente dell’Organizzazione Mediterraneo Sindbad di Marsiglia, intervenuto al congresso per portare i saluti di tale associazione. Una volta di più, dunque, si può proprio dire che il cammino verso l’inclusione e la partecipazione sia ancora lungo e complicato e trovi purtroppo ancora ostacoli. (M.L.)
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