Perché una tragedia come quella accaduta in Florida?

di Giorgio Genta*
Il primo motivo che spinge le famiglie a intraprendere percorsi riabilitativi "non ortodossi" è la grave carenza di prestazioni, specialmente nel campo delle paralisi cerebrali infantili, a carico del Servizio Sanitario Nazionale, unita alla mancanza di un'informazione puntuale, accessibile, esauriente e naturalmente veritiera sulle medesime. Questa la prima considerazione che vien da fare, pensando al drammatico incidente accaduto nei giorni scorsi nella camera iperbarica di un centro riabilitativo in Florida. Ora più che mai, dunque, è necessario rendere le famiglie interessate parte attiva del processo riabilitativo e di quello inclusivo nella società

Particolare di volto di umo con espressione affrantaIl terribile incidente accaduto nella camera iperbarica di un centro riabilitativo in Florida, che ha causato la morte di una signora italiana, mentre il nipotino Francesco Pio versa in gravissime condizioni, ripropone con forza il problema della sicurezza nella riabilitazione e in generale in medicina.
Sulle cause che hanno provocato l’incidente in Florida mancano ancora dati precisi, anche se alcune fonti di stampa parlano di omissione di controlli di sicurezza e dell’ipotizzata pericolosità di quelle specifica camera iperbarica. Ricordiamo al proposito il gravissimo incidente occorso all’Istituto Galeazzi di Milano nel 1997 e costato la vita a undici persone: in quell’occasione l’inchiesta della magistratura appurò una serie di gravi inadempienze, quali il disinserimento dell’impianto antincendio, uno scaldamani introdotto nella camera, l’assenza dei tecnici-controllori.

Mentre facciamo pervenire alla famiglia di Francesco Pio l’affetto e la vicinanza nel dolore delle nostre famiglie, vorremmo ancora una volta ribadire che il primo motivo che spinge le famiglie a intraprendere percorsi riabilitativi “non ortodossi” è la grave carenza di prestazioni riabilitative, specialmente nel campo delle paralisi cerebrali infantili, a carico del Servizio Sanitario Nazionale, unita alla mancanza di un’informazione puntuale, accessibile, esauriente e naturalmente veritiera sulle medesime.
Il problema non si risolverà dunque con l’immancabile dichiarazione di buona volontà del ministro o con il tradizionale impegno del sottosegretario competente a nominare una commissione che non pubblicherà mai risultati attendibili, ma rendendo le famiglie direttamente interessate parte attiva del processo riabilitativo e di quello inclusivo nella società (altrettanto importante!) assieme ai professionisti della riabilitazione e del sociale.
E lasciando loro un minimo di ragionevole speranza nella capacità terapeutica dell’amore verso i loro figli.

*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).

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