L’utilizzazione dell’ICF – la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, adottata nel 2001 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e da tempo oggetto di sperimentazione da parte dei diversi livelli di governo – comporta una profonda rivoluzione culturale, in quanto propone criteri di misurazione basati sulle abilità della persona e non più sulle sue menomazioni.
In occasione sia delle XII Giornate Medico Legali Romane ed Europee – promosse dalla SIMLA (Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni) – sia della prima edizione delle Giornate della Ricerca Sociale – promosse dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, con il sostegno dell’IAS – Istituto per gli Affari Sociali [si legga, nel nostro sito, la presentazione dei due eventi, cliccando rispettivamente qui e qui, N.d.R.] – i temi della disabilità, della non autosufficienza e dell’applicazione dell’ICF sono stati oggetto di confronto tra esperti, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni.
Gli strumenti della medicina legale per il reinserimento delle persone con disabilità: disabilità e ICF, stato dell’arte e prospettive future: questo il titolo della sessione organizzata dall’IAS, in collaborazione con la SIMLA, tenutasi appunto il 24 giugno in occasione delle XII Giornate Medico Legali Romane ed Europee.
«Momenti di confronto come questo – ha affermato Isabella Menichini, direttore generale dell’IAS – vogliono essere il contributo dell’ente per avviare una riflessione condivisa e uno scambio di esperienze tra gli operatori e le istituzioni che a vario titolo operano nel settore della disabilità. Soltanto cosi sarà possibile tracciare linee condivise di intervento e nuove soluzioni che migliorino sensibilmente la qualità della vita delle persone con disabilità».
Un’intera giornata è stata poi dedicata alle ricerche commissionate dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali all’Istituto per la Ricerca Sociale (IRS) di Milano e all’Agenzia Regionale della Sanità del Friuli Venezia Giulia, nell’ambito della sessione dal titolo Favorire l’autonomia delle persone non autosufficienti, che ha concluso la prima Edizione delle Giornate della Ricerca Sociale.
L’indagine condotta dall’Istituto per la Ricerca Sociale ha fornito un insieme di strumenti, informazioni e analisi necessari ad affrontare la sfida della definizione e dell’erogazione di interventi appropriati nell’ambito delle politiche di protezione e cura delle persone non autosufficienti, attraverso un bagaglio di conoscenze utili alla progettazione di misure concrete.
Il lavoro realizzato invece dall’Agenzia Regionale della Sanità del Friuli Venezia Giulia (Centro Collaboratore Italiano dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Famiglia delle Classificazioni Internazionali), ha proposto il concetto di “funzionamento” come cardine attorno al quale costruire interventi di Welfare pienamente orientati alla persona e ai suoi bisogni e a partire dal quale dev’essere superata la nozione di non autosufficienza.
La valutazione della persona con disabilità va infatti inquadrata nell’ambito della descrizione del “funzionamento” e della sua graduazione in alcune specifiche e significative dimensioni che orientino i progetti individualizzati di presa in carico e il riconoscimento di benefìci e servizi: è nel contesto delle politiche attive per il sostegno del funzionamento e la promozione della partecipazione che andranno quindi inquadrate le politiche per la non autosufficienza e per la disabilità. Dalla valutazione di ciò che si è perso in termini funzionali si passa in sostanza alla valutazione delle abilità che rimangono nell’individuo, da sostenere con servizi e interventi utili a garantire la qualità della vita delle persone con disabilità.
Da questi incontri di Roma sono emersi alcuni spunti di riflessione e orientamento per le azioni future: la necessità, ad esempio, di una semplificazione normativa e della definizione di un modello dinamico di individuazione del target, che tenga nella giusta considerazione la sfera sociale; la necessità, inoltre, di dare concreta applicazione ai diritti della persona con disabilità, secondo quanto confermato dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità; il bisogno, infine, di un intervento concreto sui fattori ambientali correlati ai servizi, ai sistemi e alle politiche pubbliche.
Condividendo questa analisi, Antonio Guidi, presidente dell’Istituto per gli Affari Sociali, ha sottolineato il ruolo fondamentale dell’ICF «come strumento scientifico e soprattutto culturale per pervenire a criteri di misurazione condivisi su tutto il territorio nazionale e per garantire effettiva parità di trattamento alle persone con disabilità».
Dal canto suo, Eugenia Roccella, sottosegretario del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, ha indirizzato un saluto di apprezzamento per le giornate di lavoro, esprimendo l’impegno delle istituzioni a rafforzare l’applicazione della legge di ratifica della Convenzione ONU.
Il sottosegretario ha ricordato infine la volontà del Ministero di costituire l’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità, che permetterà di predisporre un programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, di raccogliere dati statistici, con particolare riferimento alle diverse situazioni territoriali, e di realizzare studi e ricerche che contribuiranno ad individuare le aree prioritarie di intervento.
*Referente Stampa e Comunicazione dell’Istituto per gli Affari Sociali (IAS).
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