L’ira delle persone con disabilità abruzzesi

di Camillo Gelsumini e Nicolino Di Domenica*
«Vi sono zone piuttosto ampie del nostro Paese - è stato scritto in una recente indagine sulla disabilità e l'assistenza indiretta, pubblicata dalla rivista "HandyLexPress" - in cui ben poco o nulla si è fatto». E ben lo conferma questa lettera-appello rivolta da una serie di persone con disabilità abruzzesi ai rappresentanti istituzionali della loro Regione, ove, con i toni della dura invettiva, si guarda soprattutto a quelle realtà italiane - come la Sardegna - dove molte cose sono state già fatte, in ambito di Vita Indipendente e di contributi ai cittadini con disabilità, tramite i quali gestire la propria assistenza

Mano destra di una persona con disabilità stringe forte la ruota della sua carrozzinaL’ira o la “rabbia” sono cattive consigliere. In ogni corso sulle tecniche di comunicazione – anche in quello più scalcinato – si consiglia infatti di tenere a bada proprio l’ira, soprattutto di non mostrarla, per riuscire a convincere gli interlocutori e raggiungere gli obiettivi di interesse. È vero. Bisogna sempre mostrarsi calmi, ragionevoli e ben disposti. Ora, dunque, ci chiediamo e vi chiediamo di restare calmi, ben disposti, di avere pazienza e soprattutto di non adirarvi leggendo ciò che segue e prendendo visione dei documenti allegati. Soprattutto perché, se vi sale troppo la pressione, gli unici a correre rischi di infarti e ictus sarete solo voi stessi e non certo coloro che sono responsabili di questo ennesimo affronto.

Nella Regione Sardegna – e quindi in Italia, non in Danimarca o in Olanda – le persone riconosciute con grave disabilità (in base alla Legge 104/92), da più di dieci anni hanno rimborsi spese, assegni di Vita Indipendente e contributi annuali che possono raggiungere i 70.000 euro. Sì, avete capito bene, proprio fino a 70.000 euro annui! [si veda a tal proposito la Precisazione in calce all’articolo, N.d.R.] Inoltre, in totale, i fondi stanziati dalla suddetta Regione per il 2009 sono almeno 42 milioni di euro per l’assistenza. In calce è allegata la documentazione, corredata addirittura di consigli alle famiglie per l’accesso ai contributi.
Ma si tratta della stessa Italia dove viviamo noi? Stanno forse “impazzendo” in Sardegna? O in Piemonte, dove ad esempio Germano Tosi, consigliere dell’Associazione Consequor, riceve 22.500 euro annui per la sua Vita Indipendente? Stanno forse “impazzendo” in Valle d’Aosta, Veneto, Toscana, Friuli Venezia Giulia, dove succede più o meno la stessa cosa? O siamo solo sciocchi e magari cretini noi abruzzesi che accettiamo sulla nostra pelle, senza ribellarci, quanto non viene fatto nella nostra Regione?

Viene da pensare a questo punto che chi ha governato finora la Regione Abruzzo avrebbe voluto vederci migrare tutti e prendere la residenza in Sardegna, così finalmente si sarebbero potuti liberare di noi e spartirsi la torta delle nostre indennità, come poi sembra che in realtà abbiano fatto…
Naturalmente speriamo che la nuova Giunta Regionale provveda tempestivamente a riequilibrare la situazione della disabilità abruzzese, anche perché non credo che ci vogliano vedere tutti a sfilare come in una moderna “Corte dei Miracoli” davanti ai loro uffici. E in ogni caso siamo pronti a tutto perché la “rabbia” sta montando. Siamo sì disabili, ma non completamente rincitrulliti e non so per quanto ancora ci potranno prendere in giro. Comunque, siccome l’ira è una cattiva consigliera e non è mai produttiva, sfoggiamo almeno un falso sorriso di circostanza – sempre pronto a trasformarsi in un ringhio – e chiediamo gentilmente, ancora una volta, ai nostri rappresentanti politici di intervenire.

*Insieme a tante altre persone con disabilità abruzzesi.

Precisazione successiva alla pubblicazione:
Successivamente alla pubblicazione del presente articolo, l’ABC Sardegna (Associazione Bambini Cerebrolesi) ci ha inviato la seguente precisazione (deducibile per altro anche dalla lettura dei documenti che di seguito indichiamo): «A causa di un probabile fraintendimento dei documenti da noi resi pubblici, vogliamo precisare che in realtà 70.000 mila euro è il reddito massimo per poter essere ammessi al finanziamento della Legge 162/98, innalzato a 85.000 euro per le famiglie in cui sono presenti due o più persone con disabilità (in tal senso stiamo lavorando per l’eliminazione di tale limite, in quanto il criterio discriminante del limite di reddito quale criterio di accesso alla Legge 162 ha escluso di fatto dal “circuito” dell’informazione e della presa in carico da parte dei Servizi e della comunità diverse persone con disabilità gravi e gravissime). Ciascun piano personalizzato finanziato dalla Legge 162 può arrivare ad un massimo di 14.000 euro annui, che possono diventare 20.000 per le famiglie in cui sono presenti due o più disabili. Nel 2008 la Regione Sardegna ha stanziato ed erogato più di 80 milioni di euro per finanziare i progetti della Legge 162/98».

I documenti riguardanti le azioni compiute nella Regione Sardegna in ambito di Vita Indipendente e assistenza personalizzata, citati nel presente testo, sono stati curati dall’ABC Sardegna e sono disponibili cliccando qui, qui, qui, e qui.
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