Primi passi ad Alessandria contro le barriere

di Orietta Cazzola
In una realtà finora assai "pigra" - in ambito di politiche riguardanti la disabilità - come quella di Alessandria, si può leggere con favore il recente incontro voluto dal Comune sul tema dell'accessibilità urbana, che ha fatto emergere in primo luogo la necessità di un maggiore coinvolgimento delle associazioni di persone con disabilità. Un primo passo, dunque, dopo il quale è lecito sperare anche in qualche azione concreta

Il Palazzo Municipale di AlessandriaAlessandria & disabilità: un binomio che troppo raramente viene accostato. Non che associazioni, strutture assistenziali e altro siano assenti in un Comune che è comunque capoluogo, ma si sa che quando si parla di handicap non è mai abbastanza, soprattutto se il tema è quello delle barriere architettoniche.

Per dibattere il problema, il Comune piemontese ha riunito, il 10 luglio scorso, le Commissioni Consiliari delle Politiche della Salute e di quelle Sociali, con un ordine del giorno targato Proposte operative interne di accessibilità urbana. Inutile dire quanto sia ampio e poco dibattuto un tema che tende troppo spesso a passare in secondo piano, come hanno lamentato i rappresentanti della FAND (Federazione Associazioni Nazionali Disabili) i quali, malgrado la richiesta (risalente al marzo scorso) di un tecnico di riferimento per proposte e suggerimenti, ad oggi non avrebbero avuto risposta (anche se pare che la lettera di richiesta sia andata perduta…).
Le proposte ascoltate – alcune emerse da un seminario del 2005 denominato La città per tutti, altre provenienti dal Documento Programmatico 2007-2012 [lo si può leggere cliccando qui, N.d.R.] del Municipio – sono invero numerose e molto dettagliate, coinvolgendo una moltitudine di associazioni di volontariato e annoverando fra i suggerimenti anche quello dell’inserimento nella Commissione Edilizia della Città di Alessandria di un tecnico esperto in materia.

In sintesi, quanto emerso durante la riunione è la necessità da parte delle associazioni di un maggiore coinvolgimento, dal momento che, con l’esperienza maturata, esse potrebbero fornire un contributo determinante per risolvere operativamente il problema. Il primo passo è stato fatto, ora non resta che aspettare. E sperare (?).

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