La cultura del decentramento

Sempre più frequentemente i genitori che sollevano problemi circa la scarsa qualità dell'integrazione scolastica dei loro figli con disabilità si rivolgono ad Associazioni per far pervenire alle Istituzioni le loro lagnanze e le loro richieste e sempre più frequentemente le Associazioni non si rivolgono al Ministero dell'Istruzione, ma ai suoi organi di decentramento, che sono gli Uffici Scolastici Regionali e Provinciali. Si tratta di una prassi abbastanza nuova che può avvicinare gli utenti fra di loro e gli stessi utenti organizzati alle Amministrazioni. Una prassi da diffondere, come testimonianza di cittadinanza democratica, ben rappresentata da una lettera recentemente inviata da un'associazione di Pescara al Direttore Scolastico Regionale della Regione Abruzzo

Bimba con disabilità insieme a insegnante di sostegnoParla di sostegno e si rifà a due Direttive emesse nei mesi scorsi dai Direttori Scolastici Regionali di Puglia e Sicilia, la lettera inviata da Esterina Di Santo, presidente dell’Associazione Liberinsieme di Pescara, al Direttore Scolastico Regionale dell’Abruzzo. Ma forse – come evidenzia a commento il vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) Salvatore Nocera – la lettera, più ancora che per i contenuti, è importante per la prassi adottata, di rivolgersi direttamente a un organo di decentramento del Ministero e non a quest’ultimo.
L’Associazione Liberinsieme è sorta per volontà di alcuni genitori di figli con sindrome di Down, riunitisi per aiutarsi vicendevolmente ad approfondire in modo compiuto la questione della disabilità dei propri figli, in particolare nel senso della problematica educativa che tale presenza pone alla famiglia e più in generale alla collettività. (S.B.)

«Gentile Direttore Scolastico Regionale [della Regione Abruzzo, N.d.R.], a nome di un gruppo di genitori di ragazzi con disabilità, […] mi permetto di sottoporre alla Sua attenzione una questione che riguarda gli studenti e le loro famiglie.
Purtroppo sta diventando prassi consolidata della maggior parte delle scuole utilizzare l’insegnante di sostegno per la sostituzione dell’insegnante curricolare della stessa classe, in caso di sua assenza.
I Direttori Scolastici Regionali di Puglia e Sicilia, emanando Direttive nell’ambito della propria Regione [sono rispettivamente le Direttive dell’11 settembre 2008 e dell’8 gennaio 2009, alle quali nel sito dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) è stata dedicata la specifica scheda n. 272, raggiungibile cliccando qui, N.d.R.] stanno ponendo un freno alla prassi di cui sopra.
Le motivazioni esposte in tali Direttive interpretano perfettamente lo spirito delle norme sull’handicap e sull’integrazione scolastica, molto spesso disatteso per questioni di bilancio.
Ritenendo inoltre che un tale atto ufficiale non possa essere stato emanato senza una piena consonanza col Ministero, chiediamo anche a Lei di voler adottare analoga direttiva al fine di far cessare una prassi ufficialmente illegittima e ridare serenità alle nostre famiglie. […]

Esterina Di Santo – presidente Associazione Liberinsieme [grassetti nostri, N.d.R.]».

Sempre più frequentemente i genitori che sollevano problemi circa la scarsa qualità dell’integrazione scolastica si rivolgono ad Associazioni per fare pervenire alle Istituzioni le loro lagnanze e richieste. E sempre più frequentemente le Associazioni non si rivolgono al Ministero dell’Istruzione, ma ai suoi organi di decentramento che sono gli Uffici Scolastici Regionali e Provinciali i quali ormai amministrano direttamente il servizio di istruzione, considerato sempre più un servizio territoriale.
Questa nuova cultura avvicina per un verso gli utenti dei servizi fra di loro e gli stessi utenti organizzati alle Amministrazioni. Mi sembra una prassi abbastanza nuova, come cultura e modalità, che va divulgata perché possa diffondersi sempre più, come testimonianza di cittadinanza democratica.
Quanto detto viene ben testimoniato dalla presente lettera scritta dall’Associazione Liberinsieme. (Salvatore Nocera)
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