Il 16 luglio scorso si è svolta a Roma, presso la sede del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, una riunione per la presentazione del progetto denominato Classe 2.0, tenuta e mediata da Sandro Bondi, ministro per i Beni e le Attività Culturali. In rappresentanza della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), vi hanno partecipato Giulio Nardone e chi scrive, il primo in quanto presidente nazionale dell’ADV (Associazione Disabili Visivi) e la seconda come esperta di Information Technology e accessibilità. Il tavolo ospitava un nutrito numero di associazioni e organizzazioni di insegnanti, editori, aziende produttrici di software didattici e istituzioni della Pubblica Amministrazione.
Il progetto – che partirà a settembre – riguarda 156 classi della scuola media inferiore, selezionate tra più di 2.000 in tutta Italia che hanno risposto al bando; tra i requisiti era richiesta un’ottima esperienza tecnologica da parte del corpo docente e l’accordo unanime da parte del Consiglio di Classe all’uso in aula di strumentazione tecnologica, scelta opportunamente allo scopo di migliorare la didattica e renderla più attuale e aggiornata, ma anche più vicina e piacevole per i ragazzi.
Ognuna delle scuole gestirà il proprio budget messo a disposizione dal Ministero, che ammonta a 30.000 euro ed è previsto un monitoraggio sia centrale che regionale dell’andamento dei lavori, per non disperdere esperienze e risultati e per allargare eventualmente in futuro la proposta ad altre scuole interessate.
Dopo un’introduzione e un’illustrazione dell’iniziativa curate dal ministro Bondi, si è aperto il dibattito e quasi tutti i presenti hanno espresso la propria opinione e la loro disponibilità a collaborare, essendo esplicitamente gradita ogni forma di collaborazione volontaria al progetto da parte di aziende e strutture competenti. Nardone ha espresso la propria idea di inserire tra i requisiti, nei prossimi progetti, anche la presenza in alcune classi di ragazzi con diverse disabilità, ciò che indurrebbe il personale docente e gli altri ragazzi della classe a integrarsi realmente e ad affrontare e gestire la presenza di un compagno disabile che utilizzi al meglio le strutture tecnologiche grazie alle cosiddette “tecnologie assistive”.
Anche la sottoscritta è intervenuta per sottolineare l’importanza di predisporre anticipatamente la progettazione dell’accessibilità di eventuali strumenti informatici che alcune delle rappresentanze presenti si sono offerte di realizzare, come ad esempio un repository [letteralmente “deposito”, “magazzino”, N.d.R.] con libri didattici digitali, o anche mappe geografiche on line consultabili dalle scuole, sottolineando che è molto meno costoso progettare un prodotto accessibile piuttosto che renderlo tale in un secondo momento.
E in ogni caso gli interventi sono stati piuttosto numerosi e positivi, con qualche perplessità circa la completa autonomia da parte delle scuole nella scelta delle tecnologie.
In conclusione il ministro Bondi ha ricordato la terribile catastrofe che ha colpito l’Abruzzo e – con la prossima riapertura dell’anno scolastico – l’intenzione di riaprire le scuole delle zone terremotate, sensibilizzando le aziende presenti a partecipare attivamente con donazioni alle forniture del materiale didattico; a tale scopo è stato istituito un centro di raccolta centralizzato e coordinato dallo stesso Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
*Esperta di Information Technology e Accessibilità.
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