È precisa e dettagliata la situazione esposta da Vincenzo Falabella, presidente della FISH Puglia (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), rispetto alla scarsa accessibilità dello Stadio Comunale San Nicola di Bari, in una lettera inviata al Sindaco, all’Assessore allo Sport e al Prefetto del capoluogo pugliese, oltre che al Bari Calcio, alla Lega Calcio di Serie A e al Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI).
Infatti, dopo avere evidenziato che «la FISH Puglia è stata costituita per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità, incoraggiando la realizzazione di servizi territoriali finalizzati a migliorare la qualità della vita delle stesse persone e delle loro famiglie» e dopo aver fatto riferimento alla «Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dal nostro Governo», la lettera intende sottolineare «la “condizionata accessibilità” e la poca attuazione delle norme minime di sicurezza e di ordine pubblico dell’impianto sportivo “San Nicola” di Bari, in riferimento sia al libero accesso sia all’individuazione degli spazi riservati alle persone con disabilità».
Nel dettaglio, Falabella puntualizza che «le persone con disabilità hanno accesso all’interno dello Stadio San Nicola esclusivamente dall’ingresso n. 7 (Curva Nord) che conduce nella parte superiore del primo anello. Qui, nelle aree comuni di transito, utilizzate per il deflusso dei numerosissimi tifosi che accedono in quella zona dell’impianto sportivo, sono stati incautamente individuati spazi riservati alle persone con disabilità motorie. Per raggiungere tali posti, la struttura è stata a suo tempo dotata di una “rampa” avente una percentuale di pendenza elevatissima, non conforme alle normative in materia, che ne impedisce il libero ed autonomo utilizzo da parte dei fruitori».
Tali situazioni, secondo il presidente della FISH Puglia, sono «pregiudizievoli non soltanto per le persone con disabilità che con i loro “ausili” occludono le vie di fuga in caso di pericolo», ma anche «per tutti i tifosi che occupano quella determinata zona dello stadio» e ciò «viola non soltanto le normative in materia di sicurezza ed ordine pubblico, ma anche e soprattutto gli articoli 9, 14, 17, 20 e 30 [rispettivamente quelli riguardanti l’Accessibilità, la Libertà e sicurezza della persona, la Protezione dell’integrità della persona, la Mobilità personale e la Partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport, N.d.R.] della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità oramai da tempo ratificata dal nostro Governo e recepita dalla Regione Puglia».
«Alla luce di quanto sopra – è la conclusione della lettera – si rende necessario ed urgente un tavolo tecnico, al quale sin da ora questa Federazione presta il proprio assenso alla partecipazione, che valuti la possibilità di rimodulare la fruibilità della struttura, individuare spazi più sicuri, idonei ed accessibili da riservare alle persone con disabilità che vogliono assistere alle partite di calcio. Il tutto naturalmente nel pieno e totale rispetto delle normative di sicurezza e di mantenimento dell’ordine pubblico che devono necessariamente essere rispettate, ma non utilizzate come “pretesto” per creare ulteriori ostacoli e/o barriere».
Fin qui la situazione dello Stadio San Nicola di Bari – secondo quanto denuncia la FISH Puglia – un impianto, vale la pena ricordarlo, che venne costruito tra il 1987 e il 1990, per sostituire il vecchio Stadio Comunale della Vittoria, in occasione dei Campionati del Mondo di Calcio di Italia ’90, su progetto del celebre architetto Renzo Piano, che diede alla nuova struttura il soprannome di “Astronave” per la sua inconfondibile forma estetica moderna. Ma altrove cosa succede? Lo chiediamo anche ai nostri Lettori, in un periodo che – com’è noto – coincide con l’avvio dei vari tornei di calcio professionistico, dalla Serie A alle categorie minori. (S.B.)
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