La situazione del sostegno*

Differenze tra Regione e Regione nel rapporto tra insegnanti e alunni, disomogeneità nelle certificazioni di disabilità rilasciate dalle ASL e formazione dei docenti della scuola secondaria bloccata da circa un anno: il presidente della FADIS (Federazione Associazioni di Docenti per l'Integrazione Scolastica) individua in questi nodi le principali questioni da risolvere in materia di docenza e disabilità

Studente con disabilità insieme a insegnante di sostegnoIl sostegno? Differente da Regione a Regione, sia nel rapporto tra insegnanti e alunni sia nella «disomogeneità delle certificazioni di disabilità rilasciate dalle ASL», e con la formazione dei professori della scuola secondaria «bloccata da circa un anno». Secondo Nicola Quirico, presidente della FADIS (Federazione Associazioni di Docenti per l’Integrazione Scolastica), sono queste le questioni da risolvere in materia di docenza e disabilità.

Se si guardano i numeri – i dati del Ministero dell’Istruzione sono relativi all’anno scolastico 2008-2009 perché per il 2009-2010 si conoscono per ora solo gli insegnanti di sostegno, mentre per il numero degli studenti con disabilità bisognerà aspettare ottobre – la situazione in Italia a giugno è questa: 87.190 docenti di sostegno per 175.778 alunni disabili, con un rapporto medio nazionale di un insegnante ogni due studenti, come vuole la legge (per l’anno scolastico che sta per iniziare si parla infatti di oltre 90.000 docenti di sostegno per poco meno di 180.000 alunni disabili). Ma stando sempre ai dati del Ministero, esistono delle differenze tra Regione e Regione: il Lazio, ad esempio, ha il peggior rapporto tra insegnanti di sostegno e alunni disabili (uno ogni 2,4), mentre la Basilicata è la regione che sta meglio, con un docente ogni 1,6. E ancora: in Piemonte il rapporto è di uno a 2, in Lombardia uno ogni 2,3, in Emilia Romagna uno ogni 2,1, nelle Marche uno ogni 2,4, in Campania uno a 1,7 e in Sicilia uno a 1,8. In generale, il rapporto tra insegnanti di sostegno e alunni disabili è migliore al Sud che al Nord.
«Una parte delle disuguaglianze – commenta Quirico – è legata probabilmente alla disomogeneità dei criteri di certificazione di disabilità adottati dalle ASL, mentre un’altra parte può dipendere dalla diversità del contesto socio-culturale e dalla presenza o meno di altre figure di supporto come educatori o tutor». Ma un’altra questione fondamentale è il «blocco della formazione degli insegnanti nella scuola secondaria». Da una decina d’anni, infatti, la formazione dei docenti – anche di quelli di sostegno – è affidata all’università. «Ma se per asilo ed elementari – spiega Quirico – ci pensa il corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria, per le medie e le superiori la Scuola di Specializzazione dell’Insegnamento Secondario (SSIS) è sospesa da circa un anno, in attesa di un nuovo regolamento che ne ridefinisca il percorso». In realtà la bozza c’è già ed è stata presentata dal ministro Gelmini a fine agosto. «Ma urge fare chiarezza normativa sulla formazione iniziale degli insegnanti il prima possibile», conclude il presidente della FADIS.

*Testo pubblicato da «Redattore Sociale» con il titolo I problemi del sostegno? FADIS: “Differenze tra regioni e sospensione della Ssis”, e qui ripreso, con lievi adattamenti, per gentile concessione.

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