Quale futuro per i disabili in Campania?

A far traboccare un vaso già ampiamente colmo, vi è stata - tra luglio e agosto - una Delibera della Giunta Regionale sulla compartecipazione al costo delle prestazioni socio-sanitarie da parte delle persone con disabilità affette da demenze o non autosufficienti, che da molte parti è stata ritenuta incostituzionale, non tenendo conto delle varie sentenze espresse in materia e considerando oltre tutto l'indennità come fonte di reddito. In un quadro generale, dunque, di sanità allo sfascio, con gravi rischi proprio per le fasce più esposte, quelle delle persone con gravi disabilità, cresce il fermento da parte di varie associazioni della Campania, che annunciano numerose azioni di mobilitazione, tra cui anche un convegno per il 18 settembre, con la partecipazione, tra gli altri, di assessori regionali e del presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) Pietro Barbieri

Persona in carrozzina guarda da una finestra chiusa con delle sbarreTra le varie “gocce” che hanno fatto traboccare un vaso già abbondantemente colmo, vi è stata senz’altro quella Delibera di Giunta Regionale emanata in piena estate, esattamente il 16 luglio scorso (con pubblicazione il 3 agosto nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania), vale a dire la Deliberazione n. 1267 del 16 luglio 2009 (Determinazione delle Tariffe per prestazioni erogate da Residenze Sanitarie Assistite (RSA) e Centri Diurni ai sensi della L.R. 8/2003 – Regolamento “Compartecipazione al costo delle prestazioni erogate nell’ambito di percorsi assistenziali integrati di natura socio-sanitarie delle persone con handicap permanente grave e dei soggetti ultrasessantacinquenni e cittadini affetti da demenze”).
Un provvedimento (lo si può leggere integralmente cliccando qui) che sostanzialmente – come ha scritto nel suo blog Le voci di dentro il sociologo Luca Scialò – porta a una semplice conseguenza, ovvero che «non solo le prestazioni sanitarie destinate ad anziani o persone afflitte da demenza e disabilità devono essere pagate e sono per di più alquanto onerose, ma per giunta coloro i quali vengono esentati dal pagamento sono numericamente una fetta molto ridotta di persone al di sotto della soglia di povertà (ISEE al di sotto dei 5.000 euro), ed eventuali esenzioni o riduzioni saranno applicate di volta in volta dai singoli Comuni; ovvero, solo i Comuni virtuosi ed onesti faranno risparmiare qualcos’altro ai pazienti».
Si tratta, ha aggiunto Scialò, di «un’ulteriore riprova dello stato disastroso nel quale versano le casse della Sanità italiana, con alcune Regioni allo sfascio, quali Sicilia, Calabria e la mia Campania. Il tutto causato sia da un sistema previdenziale e sanitario basato fino a qualche anno fa sul cosiddetto “deficit spending” (ossia “do oggi per avere chissà quando”), nonché gratuito per tutto, anche per chi poteva permettersi le cure sanitarie, sia dell’atteggiamento truffaldino di politici senza scrupoli che, in accordo con altre “categorie” quali criminalità organizzata e imprenditori, ha speculato su servizi di vitale importanza, come la sanità, l’istruzione, la ricerca, la sicurezza, la viabilità, l’edilizia e quant’altro».

«Questa Delibera – ha denunciato dal canto suo Antonio Nocchetti, presidente dell’associazione napoletana Tutti a Scuolaè incostituzionale perché non tiene conto di tutte le sentenze prodotte finora in materia di disabilità». Un tema, questo, che i lettori di Superando conoscono bene, leggendone sulle nostre colonne ormai da alcuni anni (si veda ad esempio il testo più recente, cliccando qui, che contiene anche l’elenco di tutti i precedenti da noi pubblicati). Sempre secondo Nocchetti, poi, l’incostituzionalità del provvedimento deriverebbe anche dal fatto che «l’indennità della persona con disabilità viene considerata come fonte di reddito».

C’è dunque grande fermento, da parte delle associazioni campane, che ha portato, nei giorni scorsi, a un incontro tra lo stesso Nocchetti e l’assessore regionale alla Sanità Mario Santangelo, per parlare assieme della grave situazione in cui versa l’assistenza, soprattutto per le persone con grave disabilità, ovvero i più colpiti in caso di conversione in legge della Delibera di cui si è detto. Nessuna conclusione concreta, però, almeno per il momento, anche perché, come ricorda il presidente di Tutti a Scuola, «la Sanità in Regione è commissariata e deve fare i conti con un deficit senza precedenti. Noi però faremo di tutto per fermare una legge che riteniamo illegittima».
E tra le prime concrete iniziative con cui Tutti a Scuola intende sostanza alla mobilitazione – oltre a un’iniziativa pubblica in cui verranno chiamate a raccolta tutte le associazioni del territorio che si occupano di disabilità – vi sarà anche un convegno a Napoli (Villa Pignatelli – Riviera di Chiaja, ore 10.30-13), venerdì 18 settembre, denominato Quale futuro per i disabili in Campania?, cui oltre a Nocchetti e al già citato assessore regionale Santangelo, interverranno anche l’assessore regionale alle Politiche Sociali Alfonsina De Felice, il direttore della Caritas Diocesana Gaetano Romano e il presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) Pietro Barbieri. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Associazione Tutti a Scuola, tel. 335 8724337 – 333 8438669, info@tuttiascuola.org.
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