Onorevole Presidente, Le scrivo per esprimere un’opinione, in rappresentanza dell’European Disability Forum (EDF) – la voce delle persone con disabilità in Europa – su quelle che a nostro parere dovrebbero essere le sue linee guida politiche nell’ambito della prossima Commissione.
Entrambi crediamo in un’Europa che ponga le persone al centro della sua agenda. Sono ormai più di dieci anni che l’European Disability Forum promuove i diritti delle persone con disabilità e il nostro motto Nulla sulle Persone con Disabilità Senza le Persone con Disabilità è stato pienamente sottoscritto dalle Istituzioni europee. Molti passi positivi sono stati compiuti e anche se il dialogo con la società civile non è sempre stato una sua priorità nei cinque anni passati, ho avuto modo di leggere con piacere delle sue intenzioni di impegnarsi per un dialogo più maturo con i cittadini, sulle decisioni che riguardano le loro vite quotidiane.
Noi vogliamo sostenere con forza le sue priorità in vista di una prospettiva a lungo termine, che consenta di trovare una positiva via di uscita alla crisi attuale e siamo convinti che lavorerà a stretto contatto con noi lungo il sentiero del cambiamento. Per passare dalle parole ai fatti, il movimento europeo delle persone con disabilità ha una serie di aspettative chiare per il suo prossimo mandato: trovare ad esempio una via di uscita dalla crisi non richiederà solamente una strategia economica che coinvolga tutti i Paesi dell’Unione Europea, ma anche un approccio onnicomprensivo per prevenire una crisi sociale ancora più devastante. E sfortunatamente il Recovery Plan presentato lo scorso anno dalla Commissione Europea [piano della Commissione per il rilancio dell’economia europea presentato il 26 novembre 2008, N.d.R.] non include alcun elemento che faccia riferimento alle persone con disabilità.
Oggi noi auspichiamo che lei possa raggiungere i seguenti risultati:
– Che contrasti la disoccupazione delle persone più vulnerabili della società, rafforzando in tal modo la coesione sociale
Quello dell’accesso al lavoro è un diritto basilare e le persone con disabilità affrontano ancora l’esclusione dal mercato del lavoro. Molti di noi sono costretti a vivere in povertà e sono più esposti di una persona non disabile ai pericoli della disoccupazione a lungo termine; è fondamentale, dunque, che nel suo prossimo mandato venga garantito alle persone con disabilità e alle loro famiglie di non essere colpite ai massimi livelli dalla crisi finanziaria internazionale. Questo significa agire per prevenire un calo delle loro entrate economiche, un’involuzione delle loro possibilità di accedere al mondo del lavoro, una riduzione delle loro indennità e anche un taglio dei fondi diretti alle loro associazioni di rappresentanza. In tal senso è la stessa Strategia di Lisbona che necessita di essere rivista [il 23 e il 24 marzo del 2000 il Consiglio Europeo Straordinario di Lisbona fissò l’omonima Strategia, con l’ambizioso obiettivo di trasformare l’economia del Vecchio Continente «nell’economia più dinamica e competitiva del mondo». Se ne legga cliccando qui, N.d.R.].
Si dovrà inoltre migliorare la qualità dei servizi sociali e promuovere l’accesso ai servizi basati sulla comunità al posto delle istituzioni residenziali chiuse, in modo tale da consentire maggiori opportunità, per le persone con disabilità, di vivere in indipendenza, compiendo le proprie scelte di vita.
– Che agisca come un “campione” nella promozione dei diritti umani
In qualità di presidente della Commissione Europea, infatti, lei è l’unico che può far diventare realtà gli obblighi contenuti nella Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, prendendo la guida del processo di implementazione del Trattato nell’Unione Europea. Fare propria la responsabilità di sovraintendere all’implementazione di quello che è il primo trattato sui diritti umani sottoscritto dalla Comunità Europea come entità a sé stante, darebbe, dal punto di vista sociale, un “segnale chiave” per una vera “Europa dei valori”.
– Che contribuisca a costruire un’Europa per tutti, accessibile a tutti
Per ottenere questo, bisognerà proporre una legislazione sull’e-accessibility [l'”accessibilità informatica”, N.d.R.] che assicuri parità di condizioni per i consumatori e per l’industria, accrescendo ulteriormente il mercato interno. I finanziamenti dell’Unione Europea dovranno inoltre promuovere la sostenibilità sociale e ambientale, inclusa l’accessibilità per le persone con disabilità e con ridotta mobilità. Sarà infine necessario sviluppare un piano d’azione per rendere accessibili a tutti gli edifici stessi della Commissione Europea.
– Che formuli un’agenda delle politiche europee basata molto più chiaramente sui diritti e sui bisogni dei cittadini europei
A tal proposito dovrà proporre l’adozione di un “Patto sulla Disabilità” da parte dei Capi di Stato e dei Governi, rendendo l’Unione Europea una forza globale trainante nell’implementazione dei diritti umani delle persone con disabilità.
Credo poi che lavorare all’insegna di una reale partnership possa assicurare che lo specifico interesse europeo venga posto al centro delle strategie politiche e una vera “Partnership per il progresso” potrà esistere se lei aprirà a un processo di reale dialogo civile, portando la voce delle persone al livello che esse meritano.
Questo è il modo in cui la Commissione Europea potrà favorire un cambiamento sostanziale per i Cittadini Europei con Disabilità. Ed è anche il modo con cui il presidente della Commissione Europea potrà rispondere a tutti quei Cittadini (1.364.984) che nel 2007 aderirono alla nostra campagna 1million44disability, volta a ottenere una legislazione specifica sulla disabilità.
*Presidente dell’EDF (European Disability Forum). Traduzione e adattamento a cura di Giuliano Giovinazzo.
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