Si chiama Crescere toccando ed è il titolo di un testo recentemente pubblicato per i tipi di FrancoAngeli, che illustra un metodo di approccio ai bambini con deficit visivo e altre minorazioni, scritto dalla psicoterapeuta Maria Luisa Gargiulo e dal musicoterapista Valter Dadone (disponibile anche in formato elettronico).
Dai dati relativi alle invalidità permanenti, risulta che lo 0,6% della popolazione italiana si dichiara cieca totale o parziale. Non è facile quantificare il numero dei bambini con problemi di vista, anche se si sa che in Italia stanno aumentando quelli che per nascita molto prematura o per danni neurologici sono affetti da minorazioni aggiuntive oltre a quella visiva.
Per quanto poi riguarda la prevalenza di bambini con disabilità che frequentano la prima classe elementare, essa è pari all’1,32%. Inoltre, alcuni studi stimano una prevalenza alla nascita di bambini con disabilità pari all’1%. Si può quindi dire che complessivamente (nel 2005) in Italia vi fosse un numero di bambini con disabilità fra 0 e 5 anni pari a poco più di 42.000 persone.
E tuttavia, nonostante questi dati, non è sempre facile trovare testi che affrontino seriamente l’argomento, né professionisti specializzati in questo settore. Lo sanno bene i genitori, che spesso si sentono abbandonati a loro stessi nel reperire faticosamente qua e là notizie rimediate. E così può succedere che solo dopo anni essi riescano a trovare punti di riferimento, costituiti il più delle volte da “genitori senior”, disponibili a travasare la loro esperienza.
«I comuni metodi educativi – scrivono gli autori di Crescere toccando – in assenza del contatto oculare e delle esperienze di cui la vista è portatrice, vengono messi a dura prova quando ci si trova tra le braccia un piccolo il cui mondo è prevalentemente fatto di suoni, sensazioni tattili, odori ecc. La minorazione della vista, totale o parziale, rappresenta infatti per un bambino un potente fattore di rischio di ritardo nello sviluppo, se gli adulti non svolgono una modificazione nel modo di entrare in contatto con lui e mostrargli il mondo. Per comunicare e comportarsi adeguatamente con un bambino che non ci guarda in volto, che non vede i nostri movimenti o gli oggetti che gli mostriamo, occorre dunque che l’adulto affini la capacità di percepire il mondo con tutti gli altri sensi, perché così può comprendere veramente il vissuto di quel bambino. La stessa collocazione dei mobili, la dislocazione delle luci, i tempi dei gesti, i rumori, se accuratamente modulati e organizzati, possono costituire dei potenti “facilitatori” per entrare in contatto e stimolare questi bambini. Queste e altre indicazioni vogliamo esemplificare nel nostro testo».
Siamo dunque di fronte a uno strumento realmente utile per tutti coloro che – per motivi personali o professionali – intendono affinare le loro conoscenze e competenze operative nel settore della minorazione visiva e in particolare per ciò che riguarda i bambini non vedenti e ipovedenti e anche con minorazioni aggiuntive.
I musicoterapisti che intendono operare in questo campo potranno trovare specifiche indicazioni ed esempi pratici sulle necessarie integrazioni e modificazioni alla metodologia operativa. Il testo, inoltre, può essere utilizzato da educatori, psicologi, psicomotricisti e logopedisti, oltre che da tutti coloro i quali, svolgendo attività di tipo educativo o riabilitativo in questo campo, intendono affinare le proprie capacità di relazione e interazione e le competenze in tema di utilizzo del gioco sonoro.
Da non dimenticare infine che in Crescere toccando si indicano criteri per progettare e valutare l’accessibilità e la fruibilità extravisiva di differenti spazi di vita, così come di grande utilità sono le schede di approfondimento, strumenti operativi per affrontare importanti aspetti e quesiti ricorrenti.
Maria Luisa Gargiulo, psicologa e psicoterapeuta di origine rogersiana, è impegnata nello studio e nell’applicazione clinica della teoria dell’attaccamento e della psicologia cognitiva, in particolare occupandosi delle problematiche inerenti i bambini con deficit visivo e della relazione genitore/bambino. Le pagine che descrivono le particolarità evolutive, relazionali e comportamentali riflettono le sue conoscenze della psicologia della percezione extravisiva e del funzionamento della persona con problemi di vista.
Sempre per FrancoAngeli ha pubblicato tra l’altro, nel 2005, Il bambino con deficit visivo (se ne legga nel nostro sito la presentazione cliccando qui) e se ne ricorda anche la firma congiunta insieme a Giulio Nardone (presidente dell’ADV – Associazione Disabili Visivi) per Sott’acqua con un cieco, testo fondamentale rispetto all’attività subacquea di persone non vedenti e ipovedenti (se ne legga nel nostro sito cliccando qui).
Valter Dadone, invece, è professore di musica, musicoterapista e didatta, formatosi con il modello di musicoterapia attiva Benenzon e con esperienze nelle applicazioni cliniche della musicoterapia. Egli ha affinato le proprie competenze riguardanti l’applicazione della musicoterapia alle persone con deficit visivo, contribuendo con lo sviluppo di una metodica che valorizza le capacità percettive dei bambini non vedenti e ipovedenti, per ciò che riguarda la comunicazione interpersonale, il rapporto con gli oggetti e con lo spazio, attraverso l’utilizzo dei sensi vicarianti del tatto e dell’udito. (S.B.)
Disponibile anche in formato elettronico (17 euro) accedendo al sito www.cresceretoccando.it. Per ulteriori informazioni: info@cresceretoccando.it.