Insieme per fare di più contro la cecità nel mondo

Sarà dedicata in particolare alla disabilità visiva al femminile la Decima Giornata Mondiale della Vista, che si celebrerà giovedì 8 ottobre sotto l’egida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, guardando in particolare ai milioni di persone coinvolte in questi problemi nei Paesi in Via di Sviluppo. Anche perché la libertà dalla cecità superflua è un diritto umano e si valuta che oggi addirittura più dell'80% dei casi di cecità o minorazioni visive nel mondo potrebbero essere evitati per mezzo della prevenzione

Giovane donna di un Paese del Terzo Mondo, con problemi di cecitàLa Giornata Mondiale della Vista è un evento globale nato nel 1999, sotto l’egida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), e si celebra ogni anno il secondo giovedì del mese di ottobre (Mese della Vista). Il 1999 coincise anche con l’avvio del programma Vision 2020 – The Right to Sight (“Il diritto alla vista”),  campagna internazionale promossa sempre dall’OMS insieme a CBM International-Together We Can Do More, organizzazione che la ideò.

Il prossimo giovedì 8 ottobre, dunque, si celebrerà la Decima Giornata Mondiale della Vista, che ruoterà intorno al tema centrale della disabilità visiva al femminile, ove la donna non è intesa solo come vittima della cecità, ma anche come protagonista attiva nella lotta a questa disabilità che si calcola affligga nel mondo circa 45 milioni di persone.
«Nei Paesi in Via di Sviluppo – spiega Mario Angi, presidente di CBM Italia-Insieme per fare di più – la donna si fa carico di innumerevoli compiti. In primo luogo è madre e, in quanto tale, responsabile del sostentamento, della crescita, della salute e dell’educazione dei propri figli. In molte società rurali, poi, la donna lavora anche nei campi, bada al bestiame ed è incaricata dell’approvvigionamento di acqua pulita. Oltre al sostentamento quotidiano, infine, la donna è spesso impegnata in attività che generano reddito per la famiglia: dai lavori artigianali al commercio nei mercati, dai progetti di microcredito a professioni qualificate come quelle in ambito sanitario, educativo o amministrativo».
«Nei Paesi poveri – continua Angi – una donna cieca ha difficile accesso a molti beni primari: all’educazione, alla formazione, alla costruzione di una famiglia, al lavoro. All’autosufficienza stessa. Per tale ragione, le donne non vedenti sono spesso condannate all’emarginazione, alla povertà, alla solitudine. Eppure, sia nel contesto familiare che in quello sociale, la donna è una generatrice di eventi vitali, dalla salute della prole allo sviluppo dell’economia locale. Di qui l’impegno di CBM Italia, associazione non profit impegnata nella prevenzione e nella cura della cecità e di altre forme di disabilità fisica e mentale nei Paesi in Via di Sviluppo, in aiuto alle donne disabili».
«L’educazione, l’assistenza medico-sanitaria, la riabilitazione: sono questi i tre settori di intervento di CBM International – conclude il presidente di CBM Italia – condotti senza distinzione di razza, sesso e religione nei 964 progetti sostenuti in 105 Paesi di tutto il mondo. Di questi, nel 2008, la nostra componente italiana ne ha sostenuti 107 in 45 Paesi. Oltre poi a curare, istruire e riabilitare quelle donne con disabilità, la nostra organizzazione le sostiene anche attraverso un’opera di sensibilizzazione dei Governi e delle Comunità, ovvero tramite un approccio mirato a promuovere i diritti delle donne con disabilità e il radicarsi di una cultura inclusiva, che non emargini ma integri, che non discrimini ma valorizzi, che sia consapevole del ruolo centrale della donna sia come individuo, che come madre, che come colonna portante della società intera».
 
«Per trattare argomenti di medicina preventiva – sottolinea dal canto suo Demetrio Spinelli, presidente di Vision+ ONLUS, organizzazione che persegue finalità di solidarietà sociale nel settore dell’assistenza sociale e socio-sanitaria per il miglioramento della cura e dell’assistenza in ambito di malattie oculari a favore di soggetti svantaggiati e bisognosi – si possono seguire due vie: la prima è quella di organizzare un vero congresso medico, gestito da medici per un pubblico di medici. La seconda, ed è quella che noi seguiamo da anni, consiste nell’organizzare eventi per un pubblico di giornalisti, affinché essi divulghino e informino la popolazione, in forma piana e corretta, sull’utilità e la necessità della prevenzione».
«In ambito oftalmologico – continua Spinelli – il principio fondamentale della medicina preventiva è rivolto alla precoce individuazione delle condizioni patologiche che possono portare alla cecità o a una grave compromissione della visione. Attualmente sappiamo che la cecità è prevenibile o trattabile: secondo l’OMS, infatti, più dell’80% dei casi di cecità o di minorazioni visive possono essere evitati per mezzo della prevenzione. Recentemente è emerso anche che l’entità della cecità e dell’ipovisione nel mondo è probabilmente sottostimata per mancanza di dettagliate informazioni epidemiologiche. Diventa pertanto importante programmare gli interventi pubblici e non pubblici più appropriati per la cura e la prevenzione delle malattie oculari, evitando così che esseri umani perdano prezioso bene della vista». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: CBM Italia-Insieme per fare di più, tel. 02 72093670, info@cbmitalia.org – Vision+ ONLUS, tel. 333 7000240, visionpiuonlus@libero.it.
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