Il rischio di un “ritorno al passato”, con la riapertura delle “classi differenziali”, derivante da scelte politiche pedagogicamente miopi, è motivo di forte preoccupazione per il futuro dell’integrazione scolastica degli alunni con disabilità. A denunciare ciò che sembra sempre più una realtà, piuttosto che un ipotetico rischio, sono le associazioni di insegnanti e genitori da sempre impegnate a promuovere e a sostenere il processo di integrazione scolastica degli alunni con disabilità, le quali, riunitesi a Roma il 24 ottobre [si legga la presentazione dell’evento in questo sito, cliccando qui, N.d.R.], hanno manifestato aperto dissenso rispetto alla critica situazione determinatasi nelle scuole italiane.
L’iniziativa, organizzata dal CIIS (Coordinamento Italiano insegnanti di Sostegno), è stata promossa congiuntamente da importanti associazioni operanti in Italia. Infatti, il tavolo del confronto e della proposta ha visto insieme Giovanni Pagano, presidente dell’ANMIC (Associazione Nazionale Mutilatilati e Invalidi Civili), Salvatore Nocera, vicepresidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), Lilia Manganaro, responsabile nazionale per le politiche scolastiche dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), la sottoscritta, presidente del CIIS, Antonio Nocchetti, presidente dell’Associazione Tutti a Scuola di Napoli, Elena Duccillo, moderatrice delle liste web Didaweb, Didaweb-Handicap, Handicap e Società ed Educazione&Scuola, Fabiana Gianni, rappresentante del Gruppo Genitori Tosti in Tutti i Posti, Anna Di Domenico dell’Associazione x disabili gravissimi Claudia Bottigelli di Torino, Giuseppe Argiolas, responsabile del CIIS Sardegna, Vito Bardascino, vicepresidente dell’Associazione Italiana SuXfragile e, in rappresentanza delle organizzazioni sindacali di categoria, Marcello Pacifico, presidente dell’ANIEF (Associazione Nazionale Insegnanti ed Educatori in Formazione).
Nel corso del seminario, su proposta della CIIS, è stata predisposta – con la collaborazione e il confronto fra genitori e insegnanti – la Prima Piattaforma per l’Integrazione Scolastica degli Alunni con Disabilità, in cui sono stati evidenziati gli elementi irrinunciabili e imprescindibili affinché si realizzi pienamente la scuola dell’inclusione. Il documento, che si propone come riferimento per le Istituzioni e la Società Civile, intende riavviare e rafforzare il processo di integrazione, in quanto testo programmatico e di azione attraverso il quale riaffermare che «l’integrazione non si tocca» e che «indietro non si torna».
Gli interventi dei presidenti e dei rappresentanti delle associazioni hanno messo in risalto, con precisa cognizione e con dati evidenti e inconfutabili, quanto siano numerose e complesse le condizioni di grave disagio scolastico in cui si trovano costretti oggi moltissimi alunni con disabilità. Hanno rilevato inoltre come vengano sempre più contraddetti nella pratica i princìpi proclamati ed enunciati sul diritto, per tutti gli alunni, di soddisfare nella scuola pubblica il bisogno di apprendere e di essere educati.
Fra i problemi per i quali urgono soluzioni sono stati evidenziati:
– sovraffollamento delle classi (in alcune sono presenti più di trenta alunni);
– più alunni con disabilità inseriti nella stessa classe (non essendo stato definito un “tetto”);
– classi numerose con oltre trenta alunni in cui sono iscritti anche tre o più alunni con disabilità;
– classi appositamente formate da soli alunni con disabilità e da quelli considerati “fragili”;
– attivazione di “laboratori” o “attività didattiche” riservate ai soli alunni con disabilità e talvolta con i “più deboli” (modalità, questa, che come la precedente è equiparabile a classi differenziali non dichiarate);
– riduzione delle ore di sostegno didattico (in alcuni casi sono state attribuite tre ore settimanali);
– aumento del rapporto alunno disabile/docente (dovendo rispettare la “media nazionale” di un insegnante ogni due alunni, ad ogni docente vengono assegnati più casi, anche oltre i quattro, condizione, questa, che nega e lede il diritto allo studio);
– formazione iniziale e in servizio degli insegnanti (tema particolarmente sentito, come è anche stata condivisa la necessità che vi sia maggiore attenzione rispetto a una preparazione comune e per tutti sui temi dell’inclusione).
Che politicamente, per questioni prettamente economiche, si voglia tornare a modalità organizzative sempre più rispondenti alla logica della separazione anziché a quella dell’integrazione è stato rilevato da tutti i presenti. Nell’immediato, per far fronte all’emergenza, i rappresentanti delle associazioni hanno convenuto di chiedere al Governo di adottare immediati provvedimenti d’urgenza, finalizzati a correggere le molte situazioni inaccettabili. Qualora il Governo non manifestasse la ferma volontà di intervenire prontamente per modificare o annullare tutte quelle scelte che non promuovono la scuola inclusiva, le associazioni dei genitori e degli insegnanti si sono proposte di attivare una serie di iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica. In ogni caso, le famiglie si sono già allertate, pronte, se necessario, a intraprendere anche azioni giudiziarie per garantire i diritti acquisiti.
I convenuti hanno ritenuto infine di non chiudere i lavori, ma di rimanere convocati in “assemblea permanente”, per monitorare l’evolversi della situazione dell’inclusione scolastica e per promuovere azioni coerenti ed efficaci, anche di protesta, già dal prossimo mese di novembre. Le associazioni presenti, che partecipano anche ai lavori della Consulta dell’Osservatorio sull’Integrazione Scolastica Ministeriale, si sono poi impegnate a rappresentare al Ministero stesso – il 4 novembre prossimo – le indicazioni emerse nel corso del seminario.
*Presidente del CIIS (Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno).