O siamo tutti una risorsa o siamo tutti da buttare

Sta in questo - secondo il saggista e neonatologo dell'Università di Siena Carlo Valerio Bellieni - una delle chiavi del successo del personaggio televisivo di Dr House, ovvero l'abbattere il muro che separa ciò che è "normale" da ciò che è "disabile" in un mondo in cui del disabile si sa solo parlare con commiserazione o con distacco. E in tali termini lo stesso Bellieni ne parlerà, durante un incontro del 4 novembre a Modena presso l'Università locale

L'attore Hugh Laurie impersona il Dottor House nella celebre serie televisivaÈ senz’altro degno di nota il tema prescelto per l’incontro che si terrà mercoledì 4 novembre, presso il Centro Didattico della Facoltà di Medicina dell’Università di Modena e Reggio Emilia (Largo del Pozzo, 71, Modena, Aula P 02, ore 16.30), nell’ambito dell’Ottavo Corso sui Nuovi orizzonti della bioetica. Handifobia. L’etica del dr House, questo l’argomento della giornata, che verrà trattato da Carlo Valerio Bellieni, medico e saggista, neonatologo dell’Università di Siena.

«Il telefilm House MD – ha scritto lo stesso Bellieni nella presentazione dell’incontro – piace a platee sterminate di giovani. Perché? Vedremo insieme di scoprirlo attraverso filmati e storie della serie televisiva che racconta le vicende di un medico geniale, ma misantropo. Una delle chiavi di lettura della serie ci vengono dalle parole di un creatore di libri “gialli”, Gilbert K. Chesterton il quale scriveva che, quando immaginava un personaggio di un suo libro, un assassino, un ladro, il testo gli fluiva dalle mani perché sapeva che “quel ladro sono io”. Gli chiedevano: “Cioè vuoi dire che tu potresti essere così?”. “No, rispondeva: voglio proprio dire che io sono così”. Queste parole ci introducono al mistero di House: scopre quello che gli altri non vedono perché la sua umanità ferita e alla ricerca della verità entra nell’umanità della persona che sta curando, colmando l’abisso che invece di solito separa malato e medico e potendo così vedere cose che gli altri non vedono. E abbattendo il muro ulteriore che separa “normale” da “disabile”, in un mondo in cui del disabile si sa solo parlare con commiserazione o con distacco: è il mondo dell’handifobia, della repulsione dell’imperfezione in sé e negli altri, che nella serie TV invece crolla. House sa che o tutti siamo una risorsa o tutti siamo da buttare. A parole lui sceglie la seconda via in un cinismo di facciata; ma nei fatti è tenace, accanito e desideroso di cercare la verità e il bene». (S.B.)

Ringraziamo Carlo Hanau per la segnalazione dell’evento.

Per ulteriori informazioni: Associazione Cultura e Vita – Università di Modena e Reggio Emilia, tel. 059 390249, culturaevita@unimore.it.
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