È stata un grande successo la Conferenza Mondiale sull’Educazione Inclusiva organizzata in Spagna (Salamanca, 21-23 ottobre) da Inclusion International, Inclusion Europe e dall’Istituto per l’Integrazione Comunitaria dell’Università di Salamanca. Più di quattrocento i partecipanti, provenienti da tutto il mondo, compresi numerosi self-advocates (“portatori di interesse”) e le loro famiglie, rappresentanti di organizzazioni di persone con disabilità, docenti, ricercatori ed esperti che si sono potuti confrontare su vari argomenti in forma di gruppi di lavoro.
La tre giorni ha preso il via con il benvenuto della presidente di Inclusion Europe, Ingrid Körner e di Gordon Porter, direttore di Inclusion Canada e membro onorario di Inclusion International. Quest’ultimo, in particolare, essendo un emerito rappresentante del movimento per i diritti delle persone con disabilità e avendo soprattutto partecipato alla Prima Conferenza di Salamanca nel 1994, ha tirato le somme su ciò che è stato fatto da quella data e su ciò che resta ancora da fare. Esprimendo comunque apprezzamento per i progressi di questi anni, Porter ha evidenziato che persistono dei pregiudizi sul vero significato di “educazione” e che in alcuni Paesi, i Governi finanziano ancora istituzioni segreganti.
Dal canto suo, Diane Richler, presidente di Inclusion International, ha presentato il Rapporto Mondiale sull’Educazione Inclusiva 2009, iniziativa atta ad evidenziare i progressi fatti a partire dal Quadro di Azione di Dakar del 1990 e dalla Conferenza di Salamanca del 1994, ma soprattutto dall’avvento della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Vi hanno contribuito attori di ben 75 Paesi, il che conferisce al documento una notevole rilevanza, tanto che la rappresentante della Commissione Europea, Immaculada Placencia-Porrero, ha dichiarato che «tale contributo rappresenterà un forte input per la formulazione di piani e strategie dell’Unione Europea sul tema». Da segnalare che anche l’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), in qualità di membro di Inclusion Europe, ha contribuito alla realizzazione del Rapporto, inviando i dati emersi da una ricognizione sullo stato dell’arte dell’inclusione scolastica in Italia.
All’incontro ha partecipato anche lo Special Rapporteur sul Diritto all’Educazione, Vernor Muñoz, confermando che nonostante l’apprendimento debba essere un diritto che deve poter esigere ogni bambino, ad oggi prevale il vecchio approccio «che vede l’istruzione come una mera competizione, al fine di raggiungere il migliore risultato accademico. L’educazione va ben oltre, vuol dire comprendere la diversità, la cultura e valori quali la tolleranza. L’istruzione non è ancora vista come un diritto umano universale».
La cerimonia conclusiva della Conferenza ha coinciso con l’adozione della Risoluzione della Conferenza di Salamanca, sottoscritta da tutti i partecipanti, che impegna in particolare Inclusion Europe e Inclusion International a:
– riaffermare l’impegno circa la Dichiarazione di Salamanca del 1994 [“Dichiarazione di Salamanca sui principi, le politiche e le pratiche in materia di educazione e di esigenze educative speciali”, Unesco 1994, N.d.R.] e il diritto a un’educazione inclusiva in tutto il mondo, così come promossa all’interno della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità;
– supportare i bambini e permetter loro di raggiungere il proprio potenziale accademico e sociale nei sistemi scolastici inclusivi attraverso la rimozione di barriere;
– richiamare i Governi alla ratifica e all’implementazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e richiamare le Agenzie Internazionali a incrementare gli sforzi per sostenere l’educazione inclusiva;
– formare un’Alleanza Globale per raggiungere l'”Educazione per tutti” (Education for All) e lanciare la cosiddetta “Iniziativa 24” sull’omonimo articolo (Educazione) della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
*Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e Relazionale. Testo tratto e riadattato dalla newsletter di Inclusion Europe «e-Include».
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