Come da noi segnalato nei giorni scorsi, il 10 novembre prossimo spetterà ai Consigli Direttivi di FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili) decidere se abbandonare la Consulta Ministeriale dell’Osservatorio sull’Integrazione Scolastica, dopo la deludente riunione del 4 novembre scorso (se ne legga in questo sito cliccando qui). Ma quanto dichiara il vicepresidente nazionale della FISH Salvatore Nocera – che dell’Osservatorio fa parte sin dalla sua istituzione nel 1989, dapprima come tecnico ministeriale, poi come rappresentante delle associazioni – è assai perentorio: «Noi siamo convinti di uscire da una Consulta che ormai è solo una “scatola vuota”».
A questo punto ricordiamo rapidamente i tanti quesiti formalizzati nei giorni precedenti alla riunione in un documento in dieci punti, prodotto congiuntamente dalle stesse FISH e FAND (se ne legga cliccando qui): dall’eccessivo numero di classi con oltre trenta alunni (di cui anche quattro, cinque o addirittura sette con disabilità certificata), alla mancata previsione di un adeguato numero di semestralità formative sulla didattica dell’integrazione scolastica nel regolamento in via di emanazione per la formazione iniziale di tutti i docenti; senza dimenticare – tra gli altri problemi – la mancata contrattazione con le forze sindacali circa l’obbligatorietà della formazione in servizio di tutti i docenti di classe, per far sì che anch’essi possano occuparsi con competenza dell’inclusione degli alunni con disabilità, senza delegarla ai soli insegnanti di sostegno. E ancora, rispetto a questi ultimi, tagli indiscriminati dovuti per lo più alla riduzione complessiva delle risorse in capo agli Uffici Regionali Scolastici. Infine, l’aumento esponenziale delle attività di laboratorio, «che altro non è – secondo Nocera – se non un bel modo per dire che gli alunni con disabilità vengono tolti dal gruppo-classe, ricreando di fatto una “classe differenziale”, con buona pace dell’integrazione scolastica».
Ebbene, quella riunione tanto attesa è stata disertata dal ministro Gelmini, che non ha inviato nemmeno un sottosegretario. «È la prima volta che accade una cosa del genere», ha dichiarato Nocera». «Questo Ministro non l’abbiamo mai incontrato, né lei né i suoi sottosegretari. Ci ha sempre elegantemente snobbato». Delega costante, dunque, ai dirigenti ministeriali, che però anche il 4 novembre, ai problemi sollevati dalle Associazioni, «pur comprendendo l’urgenza delle richieste provenienti dalle organizzazioni di persone con disabilità e dei loro familiari», non hanno potuto fornire alcuna risposta che richiedesse decisioni politiche. Cosicché, secondo Nocera, «ancora un anno così e l’integrazione scolastica, fiore all’occhiello della scuola italiana, se ne andrà in soffitta». «Su tante cose – aggiunge il vicepresidente della FISH – si può trattare, ma il punto è che l’Osservatorio, da quando c’è questo ministro, non funziona per niente, c’è il disinteresse più assoluto dietro il paravento del Patto di Stabilità. Esattamente un anno fa due grandi esperti del settore come Andrea Canevaro e Dario Ianes hanno abbandonato il Comitato Tecnico dell’Osservatorio – che di fatto da allora è in stand by – in polemica con il ministro [se ne legga nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.]: l’hanno fatto troppo elegantemente. Questa volta il divorzio delle associazioni dalla Consulta arriverà sulla stampa».
In questa situazione e in attesa di svliuppi – non dimentichiamo che a giorni si aprirà a Rimini anche la VII Edizione del Convegno Internazionale sulla Qualità Scolastica, il principale evento in Italia su tali argomenti (se ne legga cliccando qui) – un ulteriore contributo al dibattito proviene dal Gruppo dei Genitori Tosti (Genitori con Figli Disabili dal Monte Rosa al Gennargentu), che nel proprio blog dichiara il proprio sfavore al ventilato ritiro delle Federazioni dalla Consulta. Ne riprendiamo la parte essenziale, ricordando che quello stesso Gruppo ha recentemente partecipato a Roma, il 24 ottobre scorso, a un Seminario promosso dal CIIS (Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno), insieme a numerose altre organizzazioni, che ha portato all’elaborazione della Prima Piattaforma per l’Integrazione Scolastica degli Alunni con Disabilità (se ne legga cliccando qui). (S.B.)
«Leggiamo su Superando che i rappresentanti delle due federazioni italiane per la disabilità (FISH e FAND), dopo l’ennesimo, rivelatosi inutile, incontro con l’Istituzione (il Ministero dell’Istruzione) stanno per decidere di uscire dalla Consulta Ministeriale dell’Osservatorio sull’Integrazione Scolastica. Potete spiegarci a chi gioverà questa decisione? Cioè che effetti produrrà? Il Ministro non si è fatto vedere e i suoi vice non sono stati in grado di fornire nessuna risposta? Solo per il fatto che gli esponenti delle Federazioni rappresentano i disabili italiani, non devono arretrare di un passo, caso mai è qualcun altro che se ne deve andare (a nascondersi, per non dire di peggio).
Ricordiamoci, come mi ha fatto giustamente notare un’altra “mamma tosta”, che i nostri figli vanno a scuola, nella scuola pubblica, perché a suo tempo quelli prima di noi si sono battuti per arrivare a questo risultato. Cosa facciamo? Vanifichiamo e, in un certo senso, sviliamo le battaglie e le energie messe in campo da coloro che si sono mossi, in tempi in cui non si aveva il mondo a portata di click e quindi era tutto più difficile, più lento ecc.?
Il ministro dell’Istruzione non è l’unico interlocutore esistente, i diritti delle persone disabili non sono quisquilie, vanno affermati tanto più fermamente quanto più reiteratamente l’interlocutore prescelto nicchia. Raccontiamo cosa succede in Italia nella Scuola, per tutti quelli che fanno parte di questo mondo (che, inutile negarlo, è separato dal mondo reale) e cioè non solo gli alunni disabili, ma anche gli insegnanti, gli operatori, le associazioni e le famiglie tutte! Ma raccontiamolo alle agenzie di stampa, alle radio, nei siti web non dedicati. Là fuori nessuno sa di noi. Neanche lontamente si immaginano. La gente è disposta a fare catene umane per salvare l’albero centenario dalla potatura (per fare un esempio) e non si riesce a organizzare un qualcosa di visibile e coinvolgente che sensibilizzi l’opinione pubblica sui diritti (negati) delle persone disabili in Italia?
Lanciamo una proposta: il 3 dicembre [Giornata Internazionale ed Europea delle Persone con Disabilità, N.d.R.] andiamo nelle scuole, ma non per occuparle, bensì per presenziare con dei banchetti. Fatevi vedere, tutte voi associazioni, distribuite dépliant informativi, raccogliete firme, organizzate momenti di aggregazione o dimostrazioni vere e proprie, come in alcune scuole hanno fatto (cosa vuol dire andare a scuola con la carrozzina o se sei cieco) su persone normodotate.
Non può essere che la Giornata dedicata alle Persone con Disabilità si esaurisca nel discorso del presidente della Repubblica e nel concertone per vip a Torino. E se ci credete davvero che, uniti, si possano ottenere dei risultati, per favore non lasciate l’Osservatorio. Fareste il gioco di chi considera i disabili “un fastidio” e non persone».
Crediamo certamente che le risposte non mancheranno, a partire dal già citato appuntamento di Rimini dei prossimi giorni.
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