Fino al 22 novembre, in Francia, il mondo della disabilità e quello delle imprese si incontreranno all’insegna del Travailler Ensemble, settimana di forum e incontri tra datori di lavoro e lavoratori con disabilità, per individuare concrete modalità di impiego.
Più in generale si tratta di una campagna con l’obiettivo di una maggiore inclusione, che si rivolge soprattutto alle aziende. Infatti, anche in Francia, come in Italia, la situazione non è incoraggiante. La legge transalpina prevede la presenza del 6% di lavoratori con disabilità per aziende con un minimo di venti dipendenti, ma delle centomila aziende obbligate, il 27% viola completamente la norma e il 28% non ottempera interamente alla quota prevista. Eppure, la richiesta ci sarebbe: in Francia, il tasso di disoccupazione di persone con disabilità è del 17%, il doppio, cioè, rispetto a quello dei “lavoratori normodotati”.
La campagna è promossa da due enti: l’ADAPT (Association pour l’Insertion Sociale et Professionnelle des Personnes Handicapées, ovvero l’Associazione per l’Inserimento Socio-Professionale di Persone con Disabilità) e l’AGEFIPH, acronimo dell’organismo incaricato di raccogliere i fondi provenienti dalle multe pagate da aziende che non ottemperano all’obbligo di legge per destinarli a progetti di inserimento.
Attraverso le attività di questa settimana di lavoro si intende mettere in luce che i vari ostacoli al mancato impiego di persone con disabilità sono i pregiudizi, l’ignoranza sui temi della disabilità, la mancata volontà delle aziende.
Si potrebbe anche pensare che si tratti di una sorta di “garbato avvertimento” per datori di lavoro fuori legge. Oggi, infatti, questa violazione costa semplici ammende, ma dal 1° gennaio del 2010 le cose cambieranno, con le aziende inadempienti all’obbligo di assunzione di persone con disabilità e da tre anni completamente inattive su questo fronte che dovranno pagare annualmente una quota di 15.000 euro per ogni mancato impiego di persona con disabilità.
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