La Convenzione è una macchina potente, di cui vanno dispiegate tutte le potenzialità
C’è chi lavora sodo, in tutto il mondo, per far sì che la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità – già definita come «una potente macchina della quale bisognerà dispiegare tutte le potenzialità» – renda pian piano concreti gli importanti princìpi fissati nei suoi vari articoli. E non va dimenticato che la Convenzione stessa è il primo trattato internazionale sui diritti umani a contenere – nel 33° articolo – dettagliate disposizioni sull’istituzione e il funzionamento delle strutture nazionali che dovranno costantemente monitorarne e implementarne l’applicazione. A tali questioni è dedicato il presente intervento di Silvia Lavagnoli, dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite sui Diritti Umani, presentato recentemente a Bruxelles, in occasione di una conferenza internazionale. L’occasione è propizia per fare anche il punto su quanti e quali Paesi nel mondo abbiano finora ratificato la Convenzione