A Napoli un sit-in davanti alla sede della Giunta Regionale

A promuoverlo - ottenendo grande risonanza da parte degli organi d'informazione del capoluogo partenopeo - è stata l'ANIDA di Napoli (Associazione Nazionale Italiana Diversamente Abili), innanzitutto per protestare e avere chiarimenti su due progetti finanziati dalla Regione Campania e finalizzati a percorsi di inclusione sociale delle persone con disabilità, tramite borse lavoro, ma più in generale per il continuo disinteresse da parte delle Istituzioni verso i diritti delle stesse persone con disabilità

Una manifestazione di protesta di persone con disabilitàTutti gli organi d’informazione napoletani hanno riservato una grande  attenzione al sit-in delle persone con disabilità promosso dall’ANIDA (Associazione Nazionale Italiana Diversamente Abili), presso l’edificio della Giunta Regionale, al Centro Direzionale Isola A6.

L’iniziativa è stata motivata principalmente da un’azione di protesta che fa riferimento innanzitutto al Progetto ABILITÀndo, gestito dall’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Napoli (con delibera nella primavera del 2008 da parte dell’intero Consiglio Comunale) e interamente finanziato dalla Regione Campania per un importo di 408.000 euro, allo scopo di attivare percorsi di inclusione sociale delle persone con disabilità, tramite borse di lavoro in impresa.
Nonostante però il concreto fallimento di tale esperienza – «con le persone avviate a questa pseudoformazione che da tre mesi non percepiscono il contributo mensile di 400 euro previsto per la partecipazione», come denuncia l’ANIDA – alla fine del 2008 l’Assessorato all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro della Regione Campania ha varato il Progetto INSIEME, per l’assegnazione di duecento borse di lavoro finalizzate alla realizzazione di esperienze lavorative per persone con disabilità, per un importo di un milione e 200.000 euro, prelevato dal Fondo Regionale per l’Occupazione dei Disabili di cui alla Legge Nazionale 68/99.
Dopo avere dunque «chiesto ufficialmente se fosse stata già intrapresa alcuna fase operativa dello stesso progetto o di altra iniziativa ad esso collegata», l’ANIDA, di fronte all’«eloquente silenzio caduto sull’intera faccenda, ha deciso di passare a una forma di protesta democraticamente più forte», come si legge in un comunicato di tale Associazione.

L’iniziativa ha portato per ora a un primo risultato, vale a dire una lettera a firma del dirigente Antonio Pozzillo, fatta pervenire al presidente dell’ANIDA Giuseppe Sannino, con la convocazione di un tavolo di concertazione da tenere il 25 novembre.
In ogni caso, lo stesso Sannino – alla luce anche del tardivo intervento istituzionale degli Assessorati e dei funzionari preposti – ha affermato, alla presenza delle centocinquanta persone intervenute alla manifestazione, «che l’ANIDA resta in attesa della convocazione, come da assicurazioni ricevute, assicurando, in caso contrario, tutta l’attenzione e la vigilanza possibile perché i diritti delle persone con disabilità vengano rispettati e le leggi vigenti finalmente applicate».

E in realtà – al di là del fatto contingente per cui è in corso la protesta di questi giorni – è proprio il continuo disinteresse verso i diritti delle persone con disabilità che ha spinto l’ANIDA a scendere in strada. La mancata realizzazione delle promesse fatte dalle Istituzioni locali, infatti, ha reso il capoluogo campano e il territorio circostante impraticabili per numerosi disabili che ogni giorno sono costretti letteralmente a “sopravvivere”, distrincandosi tra inesistenti parcheggi a loro riservati e barriere architettoniche che ne delimitano l’accesso sia ai luoghi pubblici che a quelli di svago. (M.A.F. e S.B.)

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