Nessun Paese è immune dalla discriminazione. La vediamo ovunque, in molte forme: vecchie e nuove, occulte e palesi, pubbliche e private. Può presentarsi come razzismo istituzionalizzato, come conflitto etnico, sotto forma di episodi di intolleranza e rifiuto, oppure come una versione nazionale ufficiale della storia, che nega l’identità altrui.
La discriminazione colpisce individui e gruppi vulnerabili: disabili, donne e ragazze, poveri, migranti, minoranze e in generale chiunque sia percepito come “diverso”. Queste persone sono spesso escluse dalla partecipazione alla vita economica, sociale, politica e culturale delle proprie comunità. Il pregiudizio – che le condanna e le esclude – può essere sfruttato dalle forze estremiste e così, in alcuni Paesi, assistiamo all’ascesa di una nuova politica di xenofobia.
E tuttavia queste vittime della discriminazione non sono sole. Le Nazioni Unite sono al loro fianco, impegnate a difendere i diritti di tutti, in particolare dei più vulnerabili: è la nostra identità, la nostra missione. La comunità internazionale dei diritti umani prosegue la sua lotta contro l’odio e il pregiudizio. La coscienza collettiva ha prodotto trattati globali che offrono tutela legale di fronte alla discriminazione e ai trattamenti ingiusti. Ma gli impegni astratti non bastano. Occorre continuare a opporsi a ineguaglianza e intolleranza, dovunque esse allignino.
In occasione dunque della Giornata Internazionale dei Diritti Umani, invito la gente, a tutti i livelli, ad unirsi alle Nazioni Unite e ai difensori dei diritti umani nel mondo nella lotta contro la discriminazione.
*Segretario generale delle Nazioni Unite. Traduzione a cura di Fiorenza Puricelli dell’UNRIC (United Nations Regional Information Centre). La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è consultabile cliccando qui.
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