A fermare una vita non è la disabilità, ma i pregiudizi

Ne è convinto Giovanni Paolo Sandri, che qualche mese fa ha dato alle stampe "Cammino da seduto. Ecco i miei passi", un prezioso libriccino che sta diventando la "chiave" per andare a raccontare la propria vita da persona con disabilità nelle scuole, nelle università, nelle associazioni e nelle parrocchie del suo territorio, in Piemonte. «E più "cammino" - racconta - e più mi chiedono altri passi!»

«Ciò che mi ha spinto a prendere la penna in mano – spiega Giovanni Paolo Sandri – è la voglia di dire che la disabilità non è ciò che ferma una vita e spero che le mie pagine vengano lette da persone con disabilità, per capire che il vissuto di ognuno, se è condiviso, non è più semplice, ma assume un valore, un senso. Spero poi che servano ai genitori, che leggendo riescano a trovare una Giovanni Paolo Sandripiccola chiave d’aiuto. Ma spero anche che siano lette da molte persone “normali”, che hanno voglia di allargare il loro spazio di conoscenza, perché quando si conosce, la paura viene meno. E spero infine siano di aiuto per aprire una serie di porte dentro di noi».

È già da qualche mese che la casa editrice Primalpe ha pubblicato Cammino da seduto. Ecco i miei passi, scritto da Giovanni Paolo Sandri, (quasi) quarantenne di Madonna dell’Olmo, frazione di Cuneo, persona con disabilità che da sette anni lavora presso gli uffici amministrativi dell’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle della città piemontese. Ma vale senz’altro la pena di parlarne – anche come di un possibile regalo di Natale – visto il percorso che in questi mesi ha portato il suo autore nelle scuole, nelle università, presso le associazioni o nelle parrocchie, utilizzando il testo come la “chiave giusta” per informare e far conoscere a tanti cittadini la realtà della disabilità.
«Il mio progetto – racconta Sandri – cammina piano e lentamente avanza. Credo che “portare la mia vita” un po’ in giro possa essere un valido strumento di integrazione e formazione. Voglio in particolare fare emergere che ce l’ho fatta, che ogni vita vissuta è unica, che si può essere realizzati anche in presenza di un’importante disabilità e che a “fermare la vita” possono essere invece i pregiudizi. E raccontare come il mio amore sia stato vitale anche per la crescita di altre persone, perché l’intera vita è uno scambio e dagli scambi si cresce, si diventa persone».

Tutto il ricavato della vendita del libro, tolte le spese, andrà dunque sostanzialmente a ripagare quanti accompagnano e accompagneranno Giovanni Paolo Sandri nel suo “tour territoriale” tra medici, educatori, operatori, assistenti e giovani, «per non perdere la speranza – è stato scritto all’uscita del libro – di avere imparato qualcosa dalla sua disabilità. In modo lucido». Un buon motivo in più per non trascurare questa preziosa pubblicazione. (S.B.)

Giovanni Paolo Sandri, Cammino da seduto. Ecco i miei passi, Cuneo, Primalpe, 2009, 101 pagine, 12 euro.
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