Fare scattare fotografie alle persone non vedenti: si tratta di una sfida che l’Istituto David Chiossone ONLUS di Genova ha voluto lanciare e portare avanti con successo durante il 2009, nell’ambito del Gruppo di Auto-Mutuo-Aiuto di anziani con disabilità visiva, denominato La Calamita.
Sotto la guida della fotografa Maria Passano, dunque, i quattordici anziani ciechi e ipovedenti del Chiossone hanno intrapreso un originale percorso: a partire dai ricordi del loro passato e dagli oggetti che più rappresentano il loro presente, hanno composto le loro immagini e le hanno fotografate, con il loro particolare metodo per inquadrare lo still life [fotografia di oggetti inanimati, N.d.R.] e scattare la foto con la macchina posta sul cavalletto.
Dopo aver preso familiarità con la macchina fotografica, basta toccare la composizione, allontanare l’apparecchio e infine scattare, così come fa il più celebre fotografo non vedente sloveno, Evgen Bavcar, la cui esperienza straordinaria ha stimolato la voglia e la curiosità di accettare la sfida.
«La magia – ha commentato Emanuela Morchio, counselor dell’Istituto Chiossone – è stato scoprire come sia meraviglioso conoscere, provare e sperimentare, come sia importante fermarsi e avere il tempo per appropriarsi degli oggetti e poterli conoscere con il tatto, vivendo pienamente e senza paura anche esperienze che possono sembrare assurde».
L’iniziativa del corso fotografico è maturata – come detto – nell’ambito dei Gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto per adulti e anziani con disabilità visiva che l’Istituto Chiossone ha realizzato grazie al Fondo UNRRA del Ministero degli Interni, con l’obiettivo di consolidare i livelli di autonomia delle persone con disabilità e promuovere opportunità di socializzazione e integrazione.
L’esperienza e le immagini che ne sono scaturite sono state presentate anche al pubblico, il 21 dicembre, presso l’Istituto genovese. (Studio Gardella)
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