Gli unici veri diritti sono quelli concretamente esigibili

di Paolo Pietrosanti
Il provocatorio intervento di Bruno Tescari sulla presunta mancanza nella Convenzione ONU di riferimenti al sesso - tra i diritti delle persone con disabilità - aveva già ricevuto una risposta sempre da queste pagine. A raccogliere il suo invito al dibattito arriva ora un'altra riflessione, nella quale si parte dall'assunto che «un mare di disastri è derivato, storicamente, dall'essere stati meramente enunciati diritti individuali di cui poi in concreto non vi era modo di pretendere l'attuazione»
Il mio vecchio amico Bruno Tescari insiste sul punto della sessualità, e fa bene, come ha fatto bene a suo tempo a dare alle stampe un libro sull’argomento [il riferimento è all’articolo pubblicato nel nostro sito con il titolo Ma perché la Convenzione non parla di sesso?, disponibile cliccando qui e il libro cui si fa riferimento è Accesso al sesso. Il Kamasabile, N.d.R.],
Uomo in carrozzina con una ragazza seduta sulle gambeIl problema c’è, e fa bene Tescari a pungolare gli ipocriti. Però un diritto è un diritto, e un mare di disastri è derivato, storicamente, dall’essere stati meramente enunciati – magari assai solennemente – diritti individuali di cui poi in concreto non vi era modo di pretendere l’attuazione. Perché gli unici diritti che possano dirsi tali sono quelli concretamente esigibili.

Tescari commette anche un piccolo errore quando cita la Costituzione americana: non è vero affatto che quella sancisca il diritto alla felicità. E d’altra parte i pragmatici americani non si sognerebbero mai di proclamare diritti, se ciascuno non potesse in concreto pretenderne il godimento, ad esempio rivolgendosi a un giudice.
La Costituzione americana, in realtà, proclama tra i diritti fondamentali quello di «perseguire la felicità». Perseguire, e quello è esigibile.

Tuttavia concordo: il problema c’è. Come si risolve? Ecco il difficile, e tuttavia il necessario. Il terreno della provocazione non è affatto da escludere, e va praticato pure quello.

Vorrei quindi si facesse tesoro delle opportune insistenze di Tescari, rendendo il dibattito colmo e palpitante di soluzioni possibili, di ipotesi da proporre, perché quel… diritto possa cessare di rimanere soltanto esigenza evocata. Ci si prova?

Il sito di Paolo Pietrosanti è www.pietrosanti.net.
Sulla questione del diritto alla sessualità per le persone con disabilità, ricordiamo che nei giorni scorsi abbiamo pubblicato nel nostro sito i testi: Ma perché la Convenzione non parla di sesso?, disponibile cliccando qui e Non è vero che la Convenzione non parla di sesso, ma come ne parla?, disponibile cliccando qui.
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