Il 31 gennaio scorso – cinquantasettesima Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra – non è stato solo un giorno contro la diffusione di una malattia, ma soprattutto una giornata per la diffusione di un contagio speciale: il contagio della dignità e della bellezza di ogni persona.
Concetto svilito dalla superficialità delle mode correnti, eppure vivo grazie alle più nobili espressioni artistiche del passato e del presente, la bellezza rappresenta il legame più profondo tra l’uomo e la natura. Ogni persona è portatrice di una bellezza che costituisce l’essenza della nostra umanità e anche per questo la lebbra è una malattia carica di simbolismo: essa infatti priva la persona della sua armonia esteriore e induce chi osserva a considerare il malato mutilato della sua stessa dignità umana.
Salviamo la bellezza dell’uomo, dunque – slogan adottato dall’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau) in occasione del 31 gennaio di quest’anno – significa proprio restituire alle persone il rispetto pieno della loro dignità di esseri umani e non solo salvare il loro corpo dalle mutilazioni indotte da una malattia oggi guaribile con facilità grazie ai farmaci, ma che ogni anno colpisce ancora oltre 250.000 persone nel mondo.
Si tratta di un problema generalmente ignorato dagli organi d’informazione – perché lontano dalla nostra vita di ogni giorno – e tuttavia ancora drammaticamente attuale, a causa di un male che ancor più delle altre malattie dimenticate testimonia la condizione di povertà estrema, la privazione dei più elementari diritti sociali e sanitari che colpisce gran parte dell’umanità.
Per l’AIFO l’occasione annuale della Giornata Mondiale continua a rappresentare un impegno fondamentale per dar voce agli Ultimi. Ogni anno, infatti, i volontari dell’Associazione organizzano ad esempio la distribuzione del “Miele della Solidarietà” nelle piazze italiane, coinvolgendo altre associazioni, istituzioni, cittadini. Una scelta, questa, fatta essa stessa per incrementare il proprio impegno nella creazione di rapporti basati sulla giustizia e sulla solidarietà: infatti, i sacchetti di iuta che contengono i vasetti di miele sono confezionati da persone guarite dalla lebbra grazie al Progetto Sumana Halli a Bangalore, in India, sostenuto dall’AIFO. E il ricavato di queste iniziative continuerà a finanziare la cura dei malati nel subcontinente indiano.
Alla luce poi di quanto detto sulla necessità di un’informazione sempre più adeguata, grande importanza assumono anche gli incontri di sensibilizzazione presso scuole, parrocchie e altre istituzioni, di cui si prendono cura in tutta Italia i “Testimoni della Solidarietà”, persone direttamente impegnate nei progetti dell’AIFO all’estero, promotrici per l’occasione di consapevolezza presso la società civile, con la testimonianza del loro servizio tra gli Ultimi.
Da segnalare, infine, che la raccolta di fondi tramite sms telefonici (al numero 48582), continuerà fino al 13 febbraio, consentendo di accrescere i finanziamenti per i citati progetti in India.
*Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau.