Quei due mesi senza punti di riferimento

Tanto è stato il tempo di chiusura forzata del Centro Diurno per adulti con disabilità del XII Municipio di Roma, riaperto nei giorni scorsi. Ed è ben noto quanto il cadenzato e ordinato succedersi dei giorni e delle attività dia sicurezza a persone affette da medie e gravi disabilità psichiche. L'auspicio è che d'ora in poi, su quel territorio, vi sia una più vigile e oculata attenzione per le complesse problematiche delle persone con disabilità

Particolare di occhio di donna con espressione preoccupataÈ stato inaugurato, il 3 febbraio scorso il Centro Diurno per adulti con disabilità del XII Municipio di Roma, alla presenza del presidente di quest’ultimo Pasquale Calzetta, di Marco Cacciotti – che sempre nel XII Municipio è presidente del Consiglio – degli assessori e dei consiglieri tutti, di maggioranza e opposizione.
Finalmente, dunque, dopo due mesi di chiusura forzata, i dieci ospiti del Centro possono ricominciare ad avere programmi strutturati e finalizzati e le famiglie tirare un respiro di sollievo, sperando che per i loro figli possano essere ricucite le ferite causate dall’interruzione dell’intervento.

È ben noto, infatti, quanto il cadenzato e ordinato succedersi dei giorni e delle attività dia sicurezza a persone affette da medie e gravi disabilità psichiche: giovani affetti da sindromi autistiche o da ritardi psicofisici – che non permettono loro una normale vita di relazione – e per i quali il Centro Diurno che frequentano ormai da sette anni e per sei ore al giorno è una certezza, un punto di riferimento, che scandisce, riempiendo di senso, le loro giornate.
Tutto ciò è fin troppo evidente a chiunque, ma non dev’essere sembrato tale agli uffici municipali che si occupano dei servizi ai disabili e che dovrebbero garantirne il funzionamento, se è potuto succedere che – una volta espletata la gara per l’aggiudicazione della gestione del Centro – è passato un mese per la formalizzazione, allo scadere del quale la Cooperativa CIR-Unisan, vincitrice della gara, ha dichiarato la propria indisponibilità.

Incompetenza, inadeguatezza e malafede che si sono riversate interamente ed esclusivamente sui ragazzi del Centro, i quali si sono visti togliere dall’oggi al domani, e per quasi due mesi, le loro quotidiane sei ore di attività socio-educative. All’inaugurazione, come detto, ha presenziato la politica locale al gran completo. Presenze “doverose”, certo, anche se più doveroso sarebbe sarebbe stato forse vigilare perché questa brutta storia non si verificasse.
I genitori, che hanno vissuto due lunghi, difficili mesi accanto ai figli che hanno percepito tutto ciò come un “lutto”, una “perdita”, si augurano almeno che la massiccia presenza di politici e responsabili amministrativi sia promessa e garanzia di una più vigile e oculata attenzione alle complesse problematiche delle persone con disabilità. (Rosaria Uccello)

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