Non vogliamo essere le «crocerossine» di una società ingiusta!

Sono le parole di Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore, in apertura dell’Anno Europeo della Lotta alla Povertà e all’Esclusione Sociale. «Al Terzo Settore – ha dichiarato infatti – inteso come volontariato, associazionismo, cooperazione sociale, spetta il compito di portare il valore del dono nella sfera pubblica, facendolo uscire dai suoi legami interpersonali, ma alle Istituzioni chiediamo di investire di più e meglio nel contrasto all’estrema povertà e di operare con maggiore determinazione per ridurre la forbice tra ricchi e poveri, contrastandone le cause»

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L’ospedale non dev’essere un carcere

Lo ha dichiarato il noto oncologo Umberto Veronesi, già ministro della Sanità, rilanciando il suo progetto di umanizzazione delle corsie, che dovrebbe passare anche per una serie di cambiamenti riguardanti ad esempio gli orari di visita, il numero di letti per stanza, la qualità del cibo, la distribuzione dei pasti. «Cenare alle sei di sera, ad esempio, ha senso solo per consentire ai medici di tornare a casa. Così però – secondo Veronesi – si perde di vista il paziente che a quell’ora, probabilmente, non ha mai mangiato in vita sua»

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Le chiavi di Scuola ovvero come conciliare qualità e inclusione

«Ci sono state offerte “le chiavi per aprire il recinto” e uscire fuori. Infatti, acquisire visibilità su questi temi è un aspetto di grande importanza, proprio per l’opportunità di mostrare a tutti le buone pratiche che vengono realizzate per l’inclusione nella scuola»: sono le parole della dirigente di uno degli istituti scolastici premiati nell’ambito delle “Chiavi di Scuola 2009”, terza edizione del concorso organizzato dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e aperto a tutte le scuole d’Italia, per presentare progetti di riuscita inclusione scolastica degli alunni con disabilità. Le premiazioni dei vincitori hanno avuto luogo il 13 febbraio scorso a Roma

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Lasciate che le persone in difficoltà vengano a me… Ma dove?

Alla viglia infatti dell’Ostensione della Sacra Sindone – prevista a Torino dal 10 aprile al 23 maggio – la Consulta per le Persone in Difficoltà (CPD) del capoluogo piemontese ha verificato tramite una serie di sopralluoghi che in città la metà delle chiese storiche non risultano accessibili alle persone con disabilità motoria. Ne è nata anche una guida, che verrà presentata il 16 febbraio e che oltre a essere un valido aiuto alle persone con difficoltà motorie, intende anche denunciare con forza l’intollerabilità di questa annosa situazione

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Mestre archeologica, da leggere con le mani

Un facile e adeguato strumento di consultazione per la conoscenza della città di Mestre, del suo passato e della sua storia, sotto forma di un libro concepito guardando anche alle persone non vedenti o ipovedenti. La pubblicazione verrà presentata martedì 16 febbraio nel corso di una conferenza stampa anch’essa a Mestre, località a pochi chilometri da Venezia

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E se cominciassimo a corromperli?

È la provocazione lanciata da Franco Bomprezzi, constatando che proprio la corruzione diffusa nel nostro Paese è una delle cause delle barriere architettoniche e della mancanza di una vera progettazione inclusiva per tutti. «Infatti – scrive Bomprezzi – i progettisti, i committenti, le imprese, i funzionari, i tecnici, i consiglieri comunali, i politici, sono concentrati sull’obiettivo di guadagnare potere e denaro per perpetuare se stessi e le persone con disabilità non sono in grado di contrastare questo fenomeno, o di pagare tangenti per una buona causa, quella dell’accessibilità per tutti. Forse in futuro dovremmo cominciare a corrompere gli architetti, gli ingegneri, i consiglieri comunali, i parlamentari, i funzionari ministeriali. Pagandoli profumatamente probabilmente riusciremmo a vivere in un mondo migliore!»

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Ma da dove nascono i «viaggi della speranza»?

Dall’umana credulità? Dall’umano desiderio di cercare la migliore terapia possibile per il proprio bambino o ragazzo affetto magari da Paralisi Cerebrale Infantile? Oppure dall’inadeguatezza delle proposte terapeutiche offerte dal Servizio Sanitario Nazionale? E soprattutto, è possibile che il Ministero della Salute smentisca correttamente l’evidenza scientifica e clinica di determinati trattamenti riabilitativi, «rispetto a quelli riconosciuti ed erogati», senza però specificare quali siano esattamente questi ultimi?

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