Il 13 febbraio scorso, a Roma, la Regione Lazio è diventata per un giorno la “sede della buona scuola”, quella che nonostante le «attuali difficoltà», come le ha definite Salvatore Nocera, vicepresidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), ha saputo dimostrare una spiccata attenzione alla realizzazione di positivi percorsi di inclusione scolastica. Una Sala Tevere sempre gremita ha infatti accolto le scuole vincitrici del Concorso Le chiavi di Scuola 2009, promosso dalla stessa FISH, con il sostegno per il terzo anno consecutivo di Enel Cuore ONLUS [il primo lancio dedicato ai vincitori del Concorso è disponibile in questo sito cliccando qui, N.d.R.].
Anche in questa edizione, dunque, il Concorso si è confermato come una preziosa occasione per fare affiorare i molti e validi esempi di buone prassi per l’inclusione scolastica di alunni con disabilità, sviluppati negli istituti italiani di ogni ordine e grado. Protagonisti indiscussi di questa iniziativa, i progetti vincitori. I migliori percorsi inclusivi sono stati infatti illustrati nelle loro peculiarità, in apertura dei lavori, dai membri del Comitato-Tecnico Scientifico, che ha curato l’impegnativa analisi degli oltre 304 progetti ammessi a partecipare. Nel pomeriggio, poi, sono state le scuole a salire in cattedra, questa volta per ricevere il riconoscimento per il lavoro svolto. Un riconoscimento accolto da tutti i presenti (docenti, genitori, alunni) con grande emozione e soddisfazione.
«La FISH e tutti i promotori di questa iniziativa – è stato il commento di Sabrina Rossi, dirigente scolastico della Scuola Secondaria di 1° Grado di Cesena, cui è andato il primo premio nella sua categoria – hanno dato al mondo della scuola una grande occasione, in quanto, parafrasando lo stesso titolo del Concorso, ci hanno offerto “le chiavi per aprire il recinto” e uscire fuori. Acquisire visibilità su questi temi è un aspetto di grande importanza, proprio per l’opportunità di mostrare a tutti le buone pratiche che vengono realizzate per l’inclusione nella scuola».
Come già annunciato sulle pagine di Superando, il primo premio per la Scuola dell’Infanzia è stato assegnato alla Direzione Didattica Statale 2° Circolo di Venosa (Potenza), per il progetto denominato Dal bozzolo alla farfalla. L’istituto lucano ha infatti organizzato interventi e approcci efficaci e mirati tanto all’inclusione scolastica quanto allo sviluppo dell’autonomia personale di una bambina con disabilità motorie, sensoriali e di comunicazione. Questo a partire dalla realizzazione di locali accessibili e ambienti identificabili attraverso i sensi maggiormente sviluppati della bimba, sino alle positive strategie messe in campo per il raggiungimento degli obiettivi educativo-didattici.
«Le condizioni di salute della bambina – si legge nelle motivazioni del premio – non hanno impedito a docenti e al personale tutto che ha preso in carico la situazione di intervenire in modo efficace, facendo rete con tutte le possibili realtà locali, partendo principalmente e in modo egregio dalla lettura dei bisogni dell’alunna e dall’annotazione in forma di diario di bordo di ogni elemento utile alla programmazione e alle variazioni in itinere secondo i progressi e le effettive potenzialità presenti».
L’Istituto Comprensivo di Bastardo di Giano dell’Umbria (Perugia) – con il progetto di istruzione domiciliare Insegnando… in cielo in terra e in ogni luogo – ha primeggiato poi nella categoria della Scuola Primaria. In questo caso l’alunno, impossibilitato a partecipare alle lezioni a scuola, ha avuto l’opportunità di seguire la regolare programmazione della classe attraverso lezioni individuali domiciliari – che hanno visto un continuativo impegno dell’insegnante di sostegno e interventi pomeridiani da parte delle insegnanti curricolari – sfruttando anche l’utilizzo della videoconferenza.
«Nessuno deve essere escluso: con questo spirito – ha constatato il Comitato delle Chiavi di Scuola – l’Istituto ha predisposto un progetto di integrazione particolarmente interessante, non solo per i contenuti innovativi e riproducibili, ma anche per il periodo di tempo in cui si è sviluppato, frutto di una particolare attenzione nei confronti degli alunni con disabilità. La necessità di tutelare la salute del bambino, senza interrompere il percorso formativo-educativo in atto, si è concretizzata nell’attivazione formale dell’istruzione domiciliare, attraverso la quale viene assicurato l’esercizio del diritto-dovere all’istruzione».
Come già detto, il primo premio per la Scuola Secondaria di Primo Grado è andato al progetto Caos Letterario… ovvero: dietro uno scemo c’è sempre un villaggio (Spettacolo teatrale), realizzato presso la Scuola Secondaria di 1° Grado di Cesena, che ha prescelto l’attività teatrale quale forte strumento di inclusione sotto differenti aspetti. «La scelta originale della realizzazione dello spettacolo teatrale (ambientato in una clinica psichiatrica) ha consentito davvero il protagonismo e la partecipazione dell’alunno insieme al tutto il gruppo classe, suscitando non solo negli “attori” ma in tutti i partecipanti riflessioni sull’importanza e l’impatto formativo delle relazioni e le diversità a tutti i livelli», ha sottolineato Pietro Barbieri, presidente della FISH, dando lettura delle motivazioni di questo riconoscimento.
Ad aggiudicarsi infine il primo premio per categoria della Scuola Secondaria di Secondo Grado è stato l’Istituto Professionale per i Servizi Commerciali e Turistici di Sassuolo (Modena), con il progetto Lo sport è di tutti. Questa iniziativa, mirata a favorire le capacità nell’area relazionale e della comunicazione verbale e non verbale di uno studente con autismo, ha puntato oltre che su positivi approcci metodologici didattici, sulla pratica sportiva come momento di crescita, nello specifico attraverso la preparazione e la partecipazione a una competizione sportiva.
Tale progetto, per i valutatori, si è distinto in quanto lo spunto offerto dalle attività sportive si è tramutato in occasione di crescita negli apprendimenti e nella comunicazione, tramite l’uso del computer e della socializzazione e tramite anche il coinvolgimento di molti compagni della classe.
«La sfida che queste iniziative mettono in luce – ha concluso Nocera – è quella di come sia possibile saper conciliare una scuola di qualità, che premia il merito dei migliori, con una scuola inclusiva, che premia la qualità dell’impegno di tutti». (Giuliano Giovinazzo)
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