La logica dell’inclusione scolastica vorrebbe in prima linea, nella presa in carico degli alunni con disabilità, i cosiddetti “docenti curricolari”, affiancati dagli insegnanti per il sostegno. Ma se per i primi non è previsto alcun obbligo di formazione e se in più sono oberati da classi sovraffollate, diventa quasi automatica la delega totale ai docenti per il sostegno, i quali però non possono essere presenti a scuola per tutto l’orario e oltretutto si vedono ridurre continuamente le ore per alunno, affidando molti di loro ai soli docenti curricolari. Cioè a nessuno! Le famiglie, quindi, devono necessariamente ricorrere ai TAR, per richiedere l’aumento delle ore di sostegno: recentemente le loro istanze vengono respinte più spesso di prima e magari corrette successivamente dal Consiglio di Stato. Si tratta di una sorta di “perverso gioco dell’oca”, che vanifica tra l’altro gli eventuali risparmi ottenuti dal Ministero
L’Ordinanza Sospensiva
n. 00645/2010 del
Consiglio di Stato [la si legga integralmente cliccando qui, N.d.R.] è l’ennesima adottata da tale organo di giustizia, sui ricorsi dei genitori,
contro le Ordinanze dei Tribunali Amministrativi Regionali (TAR), che avendo da qualche mese per lo più cambiato orientamento,
negano l’aumento delle ore di sostegno richiesto dalle famiglie. Queste ultime, per altro, risultano sempre in difficoltà, poiché il Ministero dell’Istruzione, specie quest’anno, ha consistentemente
aumentato il numero degli alunni per classe nelle quali ha pure concentrato
più alunni con disabilità. Risultano infatti ben
5.500 le classi che presentano più di due alunni con disabilità, senza contare il problema del superaffollamento.
E in ogni caso, quando questi procedimenti pervengono alle decisioni definitive – come quelle del Consiglio di Stato – ormai si sta diffondendo l’orientamento giurisprudenziale di condannare l’Amministrazione non solo alla rifusione delle spese sostenute e al risarcimento dei danni patrimoniali subiti, ma anche al
risarcimento dei danni non patrimoniali, trattandosi della violazione del diritto allo studio, costituzionalmente protetto, e contro il quale
non è legittimo sollevare questioni di tagli alla spesa.
A questo punto appare davvero incredibile come il Ministero non prenda la decisione di affrontare con urgenza il problema della formazione obbligatoria iniziale e in servizio dei docenti curricolari. Infatti, la logica dell’inclusione scolastica vede in prima linea proprio questi docenti nella presa in carico dei singoli progetti di inclusione, affiancati dagli insegnanti per il sostegno. Purtroppo, però, a causa della mancanza di previsione di tale obbligo, i docenti curricolari – ora oberati anche da classi sovraffollate – delegano l’integrazione degli alunni con disabilità ai soli docenti per il sostegno i quali non possono essere presenti a scuola per tutta la durata dell’orario scolastico. Ora, in più, si stanno vedendo ridurre le ore per alunno, lasciando molti di loro ai soli docenti curricolari, cioè a nessuno! Di qui la necessità dei genitori di ricorrrere ai TAR per richiedere l’aumento delle ore di sostegno.
Si tratta nient’altro che di un
perverso circolo vizioso che solo il Ministero può interrompere, affrontando urgentemente il problema della formazione obbligatoria di tutti i docenti e riducendo il numero degli alunni nelle classi frequentate dagli studenti con disabilità, secondo il parametro fissato dallo stesso Ministero, con l’articolo 5, comma 2 del
DPR 81/09, cioè
«di norma 20 alunni per classe». Anche perché se tutti i genitori cominciano a muoversi – come sta avvenendo sempre più frequentemente – gli eventuali risparmi verranno certamente
vanificati da decisioni come questa,
che cercano di colmare un vuoto di diritto
che il Ministero non cerca per nulla di colmare.
*Vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
Ricordiamo ancora che l’
Ordinanza Sospensiva n. 00645/2010 del Consiglio di Stato da cui prende spunto il presente testo è disponibile cliccando
qui.
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