Ennesima variazione sul tema del testamento biologico: la ventilata possibilità di sospendere, ma solo in particolari circostanze, alimentazione e idratazione. Tale infatti sarebbe la novità introdotta dall’emendamento proposto in Commissione Affari Sociali alla Camera dal deputato Domenico Di Virgilio, lasciando però apparentemente insoluta la questione se delegare o no al medico la decisione nei singoli casi nei quali tale sospensione è possibile. Si tratta dunque di un criterio etico o di un compromesso elettorale?
Al di là delle opinioni personali – libere e doverose in ogni donna e in ogni uomo – nel cittadino-possibile-utente pare prevalere lo sconcerto: ma non erano l’alimentazione e l’idratazione «atti di cura primari» e come tali non rifiutabili? Sono tornati ad essere «atti medici», assimilabili quindi a una terapia? Di questo passo non sarà necessario un consenso informato per essere nutriti e idratati?
Quest’ultima domanda è certo una provocazione, ma non poi così distante dalla realtà: il sogno che ogni donna e ogni uomo possano disporre liberamente e secondo i loro limiti etici del proprio destino, mantenendo protetta la vita di chi non è in grado di difenderla da solo, resterà dunque tale, perennemente esposto al ludibrio di ogni tornata elettorale?
*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).
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