Lo ha indetto l’Associazione ProgettoAutismo FVG di Cavalicco (Udine) e si rivolge a insegnanti, genitori, educatori e operatori che abbiano realizzato un breve video nel quale si dimostri l’efficacia nell’educazione di soggetti autistici ad acquisire abilità diverse. Termine ultimo per partecipare, naturalmente, il 2 aprile prossimo
Il lavoro avviato quasi un anno fa a Marsiglia, con il IV Convegno Internazionale “Mediterraneo senza Handicap”, proseguirà il 5 marzo a Parma con una giornata nazionale di studio durante la quale verranno anche presentati gli atti di quell’evento tenutosi in Francia. «Condividere e porre in sinergia l’impegno, l’esperienza e la professionalità dell’Agenzia Disabili e della nostra città nel combattere stereotipi e pregiudizi, per garantire alle persone con disabilità una qualità di vita dignitosa e una “società per tutti”, promuovendo e incentivando azioni basate sul rispetto dei diritti delle stesse persone con disabilità»: questi gli scopi dell’iniziativa, come li sintetizza Giovanni Paolo Bernini, assessore all’Agenzia per le Politiche a favore dei Disabili del Comune di Parma
Come avevamo infatti annunciato nei giorni scorsi, il Consiglio Comunale della città sarda è stato il primo dell’isola – ma anche il primo capoluogo di Provincia in Italia – ad adottare all’unanimità la Convenzione ONU sulle Persone con Disabilità. E così, con il sindaco, il presidente del Consiglio Comunale e l’assessore ai Servizi Sociali vestiti con una maglietta dalla scritta “Diversità e ricchezza”, in una sala gremita anche di studenti e di persone con disabilità, la consigliera Anna Maria Mura – donna con disabilità – ha introdotto il suo Ordine del Giorno, alla presenza di Giampiero Griffo di DPI (Disabled Peoples’ International), uno di quelli che hanno materialmente “fatto” la Convenzione. Il giorno successivo, poi, lo stesso Griffo ha condotto un incontro dedicato agli studenti delle scuole superiori
A Bergamo una donna sbeffeggia una ragazza malata che neppure conosce. E a Treviso un uomo chiede al genitore di una bimba Down di «tenere a casa i mongoli». Come se, da noi, l’intolleranza verso chi è diverso non potesse più tacere, con persone incapaci non solo di sentire il meglio, ma pure di tenere chiusi almeno la bocca e i finestrini
