Anche la disabilità dev’essere parte integrante della Strategia «Europa 2020»

Lo ha chiesto il Forum Europeo sulla Disabilità – “voce” di 65 milioni di cittadini con disabilità del nostro continente – in una Dichiarazione-Appello indirizzata ai Capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea, a proposito di quella che sarà sostanzialmente la nuova strategia economica per i prossimi dieci anni e della quale si sta discutendo in questi giorni. In particolare è stata chiesta l’adozione di un Patto Europeo sulla Disabilità e che esso venga inserito tra le “Iniziative Faro” di “Europa 2020”

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Le strisce blu e il diritto minimo alla mobilità

Che le facilitazioni o addirittura la gratuità siano l’antitesi di una vera integrazione sociale delle persone con disabilità è un concetto fortunatamente ormai diffuso. Ci sono casi, però, in cui bisogna tenere conto anche delle diverse realtà sul territorio, come succede per i parcheggi nelle zone delimitate dalle strisce blu. In città come Palermo, infatti, se il Comune applica automaticamente quella Sentenza della Corte di Cassazione che aveva negato la gratuità alle persone con disabilità, questo può significare negare del tutto la mobilità di molte persone. E infatti altri Comuni – com’era loro facoltà – hanno deciso di ignorare quella stessa Sentenza

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«Il sabato dell’arte», rassegna per ipovedenti

Inizierà il 27 marzo il ciclo di incontri organizzato a Bologna dall’Associazione Retinite Pigmentosa Emilia-Romagna, in collaborazione con Franco Faranda della Direzione Regionale del Ministero per i Beni Culturali. Un’iniziativa che permetterà alle persone con difficoltà visive di conoscere e apprezzare alcuni tesori artistici della Regione, innanzitutto nella Pinacoteca di Bologna e successivamente al Museo Arcivescovile di Ravenna

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Il «dopo di noi», un problema che chiede risposte

È probabile che la maggior parte delle persone non sappiano esattamente a che cosa ci si riferisca con l’espressione “dopo di noi”. Allo stesso tempo si tratta di un problema che le famiglie con disabili e persone non autonome a carico si pongono automaticamente all’avanzare degli anni. E così una domanda del tutto immediata per quelle famiglie («chi si occuperà di mio figlio dopo di noi?») resta una questione aperta, soprattutto per la diversità dei singoli casi, pur non apparendo insormontabile, se affrontata con le giuste strategie. È bene quindi che coloro i quali affronteranno un nuovo mandato regionale riflettano anche su tali questioni e si facciano carico di dare risposte concrete anche a tutte quelle famiglie che pongono l’istanza del “dopo di noi”

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Modifiche alla Legge 104: mistificazioni bipartisan

Sono state sin troppe, nei giorni scorsi, le dichiarazioni inesatte, imprecise o fuorvianti prodotte sui giornali o nel web rispetto al recente provvedimento che modifica la Legge 104/92 in ambito di permessi ai lavoratori per l’assistenza di familiari con grave disabilità. Una lettura attenta del testo di legge fa capire invece che sia le voci critiche provenienti soprattutto dal sindacato, sia quelle quasi “trionfali” arrivate dal Ministero, sono del tutto fuori strada, di fronte a questo vero “pastrocchio” normativo che – salvo ulteriori modifiche – non potrà né ridurre la platea dei beneficiari né contrastare gli abusi

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Trent’anni di attenzione alle politiche sociali

Sono quelli vissuti dal Gruppo Solidarietà, organizzazione che ha incominciato a nascere nelle Marche nell’estate del 1979. Un trentennale che verrà festeggiato il 27 marzo a Jesi (Ancona), con un convegno nazionale, utile occasione di riflessione e approfondimento, per rimarcare una volta ancora l’irrinunciabilità di politiche sociali a tutela dei soggetti più vulnerabili, coniugando giustizia e solidarietà, diritti e doveri sociali

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E l’ANFFAS torna in piazza

Lo farà il 28 marzo, con le sue numerose sedi territoriali, per sensibilizzare e informare i cittadini sui temi legati alle disabilità intellettive e/o relazionali, compito quanto mai necessario nel quadro della deriva sociale e culturale che la nostra società sta vivendo, ben testimoniata anche da una serie di recenti episodi di intolleranza, violenza e bullismo

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Sul cancro nessuno può giocare

E nemmeno il presidente del Consiglio può farlo, dichiarando pubblicamente – e ripetendo in altre interviste – che entro il 2013 «guarirà l’Italia dal cancro, che colpisce 250 mila persone all’anno nel nostro Paese». E tanto meno può farlo in un Paese come il nostro, dove sono stati consistentemente tagliati i fondi alla ricerca scientifica, senza dimenticare naturalmente che una lotta come quella al cancro è mondiale e nessuna grande scoperta potrà mai essere privilegio di una singola nazione

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