La necessità di pensare «raro»

di Marco Penna
Ovvero di rapportarsi con competenza sia medica che istituzionale ai bisogni di una parte di popolazione numerosa, anche se eterogenea per tipologia e tipo di intervento richiesto, come quella interessata da una Malattia Rara. E l'incontro di Sassari del 17 aprile, denominato "Facciamo Centro!", ha voluto proprio rimettere al centro le esigenze del cosiddetto "paziente raro", scegliendo di farlo, non a caso, in una Regione dove certe Malattie Rare proprio Rare non sono...

Il logo del convegno di Sassari del 17 aprileL’incontro denominato Facciamo Centro!, tenutosi il 17 aprile all’Università di Sassari, tra pazienti, medici e istituzioni [se ne legga la presentazione cliccando qui, N.d.R.], ha raggiunto lo scopo di rimettere al centro le esigenze del paziente raro, definendo le possibilità e i limiti dell’intervento sul territorio per tutelare la salute e i diritti delle persone affette da una serie di patologie che – soprattutto in Sardegna – presentano un’incidenza superiore alla norma, tanto da configurarsi, in alcuni casi, come vere e proprie “malattie sociali” (tra queste, nell’isola, figurano, tra le altre, ad esempio la talassemia, la celiachia e, come da recente monitoraggio nel Sassarese, anche l’osteogenesi imperfetta. A tal proposito si veda la specifica scheda disponibile cliccando qui).

Organizzato dall’ASITOI, l’Associazione Italiana Osteogenesi Imperfetta, in collaborazione con l’Università di Sassari e con UNIAMO-FIMR (Federazione Italiana Malattie Rare), oltreché con il patrocinio della Regione Sardegna, della Provincia e del Comune di Sassari e grazie al contributo di Federfarma locale, il convegno ha visto tra i relatori i rappresentanti dell’Ateneo sassarese, dell’INPS regionale e dell’ASL n. 1, insieme agli esponenti di associazioni che rappresentano le differenti problematiche dei malati rari: da UNIAMO-FIMR all’ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi Civili), fino alla stessa ASITOI. Aperto dai saluti delle autorità accademiche, l’incontro ha potuto contare anche sulla partecipazione del deputato Carmelo Porcu e del dottor Isidoro Aiello, testimoniando l’interesse della politica locale per le problematiche trattate.
In generale, dalle relazioni di specialisti e rappresentanti delle istituzioni è emersa la necessità di “pensare raro”, ovvero di rapportarsi con competenza sia medica che istituzionale ai bisogni di una parte di popolazione numerosa, anche se eterogenea per tipologia e tipo di intervento richiesto. Gli strumenti legislativi – così come la conoscenza medica – non mancano. Quel che spesso manca, invece, è una vera iniziativa di coordinamento, ovvero la possibilità di disporre, a livello locale, di una “rete” veramente funzionante, in grado di garantire la presa in carico del paziente raro.
Ed è proprio quando l’Amministrazione della Sanità Sarda sta vivendo un momento di difficile riorganizzazione interna e di lacune a livello economico che i Centri medici, come quello di Sassari, diventano il punto focale per i pazienti affetti da Malattie Rare i quali chiedono che essi funzionino con continuità e valorizzino le professionalità che già si occupano di tali problematiche, ma che spesso non vengono sostenute dalle autorità sanitarie locali; è nei Centri, infatti, che si intersecano le capacità dei medici, la prontezza di risposta delle istituzioni locali e la possibilità dei pazienti di vedere riconosciuti i propri diritti alla cura e all’assistenza: quando questo coordinamento non funziona, i pazienti rari finiscono per essere le principali vittime della disorganizzazione.
Proprio l’osteogenesi imperfetta – rara patologia del tessuto connettivo osseo, nota anche come “malattia delle ossa di vetro” – rappresenta una sorta di “caso” in Sardegna, poiché risulta avere una maggiore incidenza e si può dunque considerare meno rara che nel resto del territorio nazionale. Non a caso agisce da due anni a Sassari una specifica struttura che opera per caratterizzarsi come centro di informazione e conoscenza sulla patologia nell’isola, collegato ad altri centri di eccellenza sul continente.

Accolta con calore dall’Università di Sassari, l’iniziativa di ASITOI è nata dall’esperienza maturata dall’Associazione proprio in collaborazione con l’Ospedale Civile di Sassari cui l’Università è collegata: tre anni fa, infatti, sulla spinta di alcuni pazienti e della stessa ASITOI, è nato nella città sarda un Centro di Informazione sull’Osteogenesi Imperfetta – di cui si è appena detto – coordinato grazie alla volontà di alcuni giovani medici e reso possibile dall’interessamento delle istituzioni sanitarie. Un Centro che ha per altro risentito delle mutate condizioni della gestione della Sanità in Sardegna e che ha reso necessario un nuovo e maggiormente deciso intervento da parte delle Associazioni di malati rari.

Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa e Comunicazione ASITOI, tel. 340 7990779, marco.penna@asitoi.it.
Share the Post: