In riferimento all’arresto nei giorni scorsi di un sessantacinquenne di Pozzallo (Ragusa), che secondo l’accusa avrebbe abusato sessualmente di una giovane con disabilità psichica dinanzi alla sorellina di quest’ultima – anche lei con disabilità psichica – una vera e propria “strigliata” ai Comuni della Sicilia arriva da Francesco Provvidenza, presidente dell’ANFFAS di Modica (Associazione Nazionale Famiglie di persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), il quale lamenta in particolare la mancata applicazione dell’articolo 14* della Legge 328/00 – la Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali – puntando l’attenzione sulla necessità di elaborare progetti individuali per le persone con disabilità, cui quell’articolo fa appunto riferimento.
«Se venissero approvati quei piani individualizzati – sostiene in una nota Provvidenza – i ragazzi con disabilità mentale verrebbero maggiormente tutelati, in quanto si tratta di concretizzare un progetto di piena inclusione e integrazione sociale di queste persone, evitando anche che esse e le famiglie che le hanno in carico debbano faticosamente ricercare presso svariati enti le diverse prestazioni utili, incontrando spesso valutazioni e procedure difformi».
«Sarebbe dunque auspicabile – continua il presidente dell’ANFFAS di Modica – l’emanazione di un bando da parte dei Comuni, dando in tal modo a tutte le famiglie con persone disabili la possibilità di presentare l’istanza per la realizzazione di un piano individualizzato il quale – è necessario sottolinearlo, dal momento che alla richiesta di applicazione dell’articolo 14, i Comuni rispondono sempre di non avere soldi – non costerebbe proprio nulla all’Ente. Quell’articolo, infatti, definisce i criteri per la redazione dei programmi individuali per le persone disabili, a integrazione e completamento dei Piani di Zona Distrettuali; su richiesta dell’interessato, poi, i Comuni, d’intesa con le Aziende Sanitarie Provinciali (ASP), predispongono un programma individuale che comprende sia la prestazione di cura e riabilitazione, sia i percorsi di recupero e integrazione».
A questo punto, conclude Provvidenza, riprendendo il fatto di cronaca di cui si è detto inizialmente, «c’è da chiedersi, ad esempio, come mai la ragazza pozzallese con disabilità psichica lieve, presunta vittima dell’abuso sessuale, non avesse un proprio piano individualizzato».
In tal senso, con spirito di vera sussidiarietà, l’ANFFAS di Modica mette a disposizione i recapiti della propria sede, per fornire ogni necessaria delucidazione sull’applicazione della Legge 328 a qualunque Comune che ne avesse la necessità. (S.B.)
*L’articolo 14 della Legge 328/00 (Progetti individuali per le persone disabili) recita testualmente:
«1. Per realizzare la piena integrazione delle persone disabili di cui all’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, nell’ambito della vita familiare e sociale, nonché nei percorsi dell’istruzione scolastica o professionale e del lavoro, i comuni, d’intesa con le aziende unità sanitarie locali, predispongono, su richiesta dell’interessato, un progetto individuale, secondo quanto stabilito al comma 2.
2. Nell’ambito delle risorse disponibili in base ai piani di cui agli articoli 18 e 19, il progetto individuale comprende, oltre alla valutazione diagnostico-funzionale, le prestazioni di cura e di riabilitazione a carico del Servizio sanitario nazionale, i servizi alla persona a cui provvede il comune in forma diretta o accreditata, con particolare riferimento al recupero e all’integrazione sociale, nonché le misure economiche necessarie per il superamento di condizioni di povertà, emarginazione ed esclusione sociale. Nel progetto individuale sono definiti le potenzialità e gli eventuali sostegni per il nucleo familiare.
3. Con decreto del Ministro della sanità, di concerto con il Ministro per la solidarietà sociale, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definite, nel rispetto dei principi di tutela della riservatezza previsti dalla normativa vigente, le modalità per indicare nella tessera sanitaria, su richiesta dell’interessato, i dati relativi alle condizioni di non autosufficienza o di dipendenza per facilitare la persona disabile nell’accesso ai servizi ed alle prestazioni sociali».
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