Bene denunciare il malcostume, ma occupiamoci anche di «veri invalidi»!

La "caccia al contrassegno" per persone con disabilità - anche da parte di chi non ne ha i requisiti o di chi usa impropriamente il pass - è purtroppo un dato di fatto, che una rivista come «Quattroruote» fa bene a denunciare e a documentare con l'abituale serietà. Sarebbe però giusto occuparsi un po' più spesso anche di certi disagi vissuti dai "veri invalidi", come quelli provocati dalla mancata uniformità tra contrassegno europeo e contrassegno italiano o quelli successivi alla Sentenza della Corte di Cassazione sul parcheggio delle persone con disabilità tra le strisce blu, che alcuni Comuni ignorano, mentre altri pretendono il pagamento della sosta

Contrassegno italiano per diaabiliSembra proprio che nelle città italiane sia in corso una vera e propria “caccia al contrassegno” per persone con disabilità e Napoli e Bologna ne sarebbero le “capitali”: è quanto emerge da un’inchiesta pubblicata qualche settimana fa dallo “storico” periodico «Quattroruote», che oltre a presentare una tabella riguardante i dati sui permessi in diciannove capoluoghi di Provincia italiani, apre il servizio con qualche cifra specifica. A Napoli, ad esempio, per ogni 10.000 auo che circolano, 416 sono dotate di contrassegno, a Bologna 402. A Palermo, poi, vi è un totale di 15.152 pass.

«Un malcostume tutto italiano – scrive il curatore dell’articolo – quello dell’abuso dei permessi per disabili. Complice la chiusura dei centri storici e l’estensione sempre più massiccia della sosta a pagamento, la richiesta dei tagliandi arancioni è in continuo aumento. Ed è sempre più alta la percentuale di chi ne fa domanda senza averne i requisiti. Basti pensare che in alcune città, come Bari, viene respinto l’85% delle richieste. Chi ha il pass, poi, spesso ne abusa, utilizzandolo anche quando il disabile titolare non è a bordo dell’auto. E non mancano coloro che lo falsificano, sia per circolare senza problemi in corsie preferenziali e zone a traffico limitato sia per parcheggiare negli spazi riservati».

Un ulteriore servizio giornalistico, dunque, centrato per lo più sui “falsi invalidi”. In tal senso lo abbiamo apprezzato – anche per la documentazione proposta – anche perché, come sempre, certe “brutte abitudini” alla fine ricadono pesantemente proprio su chi ha veramente diritto a quel contrassegno.
Ora però suggeriamo a «Quattroruote» e ad altri periodici di riconosciuta serietà, di dare spazio più spesso anche ad alcuni disagi vissuti dai “veri invalidi”, ad esempio occupandosi di un paio di questioni che da queste pagine denunciamo ormai da anni. Ci riferiamo in particolare al problema non certo risolto della mancata uniformità tra contrassegno europeo e contrassegno italiano (il nostro ultimo aggiornamento sulla questione è disponibile cliccando qui, ove vengono citati anche vari altri articoli precedenti) o alla situazione di disagio creatasi dopo quella Sentenza della Corte di Cassazione (n. 21271 del 5 ottobre 2009), riguardante il parcheggio delle persone con disabilità tra le strisce blu, che pur non obbligando i Comuni ad abrogare i loro regolamenti – com’è successo ad esempio a Parma o ad Ancona – in altri casi, come accade proprio a Napoli e a Palermo, vede invece l’Amministrazione Municipale pretendere i pagamenti (l’ultimo nostro articolo su tale questione è disponibile cliccando qui). Anche queste, infatti, sono situazioni che meriterebbero maggiore visibilità. (Stefano Borgato)

Al servizio di «Quattroruote» cui si fa riferimento nel presente testo si accede cliccando qui. Ringraziamo per la segnalazione Elio Antonucci.

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