«Venire allo scoperto. Parlare e parlarsi, anche quando è difficile farlo. Perché il problema che hai dentro è un’onta da tenere nascosta. Ed invece proprio in Valsassina, nella Provincia di Lecco – una teoria di piccoli Comuni isolati tra i monti, dove tutti sono pronti a darsi una mano, ma anche a chiacchierare troppo – ha attecchito un’iniziativa innovativa su un tema controverso come è quello della salute mentale».
Così i responsabili della Caritas Ambrosiana parlano di quanto è sorto da circa un anno a Bindo di Cortenova (Lecco), nell’ex Centro Anziani distrutto da una frana del 2002 e ristrutturato dalla stessa Caritas Ambrosiana, che vi ha aperto uno spazio incontro per i malati psichici e i loro familiari, i quali ultimi – dopo il periodo iniziale di attività – sono stati invitati a fondare un gruppo di auto mutuo aiuto. Contemporaneamente è stato avviato un servizio di visite a domicilio per chi non se la sente di frequentare il Centro.
Si tratta del progetto Goccia dopo goccia, presentato il 24 aprile scorso a Bindo, nel corso del convegno denominato Le sfide della salute mentale in Valsassina.
Ideato, come detto, dalla Caritas Ambrosiana, in collaborazione con la Caritas Decanale di Primaluna (Lecco), il progetto è stato realizzato grazie ai fondi della Fondazione Provincia di Lecco. La formula su cui si basa è apparentemente semplice. Ogni lunedì pomeriggio, infatti, in un locale al secondo piano del Centro affacciato sulle montagne, chi soffre di un disturbo psichico sa di poter trovare qualcuno come lui, con cui può confidarsi, senza paura di essere giudicato.
Nello stesso luogo, poi, ogni due settimane, si ritrovano anche i familiari che tra loro possono condividere il problema e sostenersi a vicenda. Agli incontri sono sempre presenti un operatore dell’équipe di Goccia dopo goccia (composta anche da un supervisore e da un responsabile) e uno o due volontari del gruppo che nel frattempo si è costituito grazie al tam tam tra le parrocchie. Le stesse persone organizzano anche i colloqui a casa degli utenti del servizio.
In due anni, quindi, sono state contattate quarantuno persone, tra familiari e malati, risultato superiore alle aspettative, che «dimostra come – osservano gli operatori – anche in territori dove forse meno ce lo si aspetterebbe, si può sconfiggere il pregiudizio».
«La persona in difficoltà – sottolinea don Roberto Davanzo, direttore della Caritas Ambrosiana – non è solo portatrice di un problema, ma spesso ha in sé le risorse per poterlo affrontare e superare. Ciò non significa che, pilatescamente, la comunità se ne deve lavare le mani, ma piuttosto che può offrire un sostegno più utile e intelligente se riesce a mettere la persona in difficoltà nelle condizioni di potere esprimere al meglio la propria capacità di aiutarsi. I gruppi di auto mutuo aiuto che stiamo promuovendo in vari ambiti, anche nel campo della salute mentale, rispondono esattamente a questa esigenza. E sono importanti proprio perché riannodano quei legami di solidarietà che si credevano sfilacciati». (S.B.)
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